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La degustazione

Asti Secco Docg e Gorgonzola: il “matrimonio” si celebra a Milano

05 Dicembre 2017
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Presentazione nel capoluogo lombardo per il nuovo arrivato in casa Duchessa Lia

di Michele Pizzillo, Milano

Anche l’Asti secco Docg Duchessa Lia arriva a Milano per la sua presentazione.

E la famiglia Capetta, proprietaria della cantina di Santo Stefano Belbo, ha coinvolto lo chef Francesco Passalacqua di Esco Bistro Mediterraneo, per abbinare la loro ultima novità ai pluripremiati formaggi di Arrigoni, con una preferenza per le due tipologie di Gorgonzola Dop, dolce e piccante. Un abbinamento eccellente per il debutto del nuovo vino che arricchisce l’offerta piemontese. Vino che nasce da una nuova modalità di vinificazione del vitigno Moscato Bianco, messa a punto dai tecnici di Duchessa Lia, in collaborazione con il laboratorio di ricerca del Consorzio di Tutela dell’Asti Docg e grazie a particolari condizioni di contatto con i lieviti, permette di ottenere una versione dry dell’Asti, un risultato originale e sorprendente con un quadro gustativo ed olfattivo equilibrato ed armonioso, dicono alla sede della Duchessa Lia. La nuova tecnica di vinificazione è stata studiata e sperimentata per anni e solo quando si è potuto raggiungere un livello qualitativo eccellente, e il disciplinare di produzione ne ha autorizzato la produzione, è nato il nuovo Asti secco Duchessa Lia. Che affianca altri due noti vini ottenuti dalle uve Moscato bianco: l’Asti Docg e il Moscato d’Asti Docg.
 
Il nuovo spumante, infatti, si caratterizza per un perlage fine e persistente e per il profumo fragrante e floreale, con sentori di tiglio e acacia; il colore va da paglierino a dorato tenue, profumi fruttati e di glicine e acacia, e sapore secco. Ha una gradazione di 10,5% e, il consiglio che danno i sommelier, è di servirlo a 6° C, per apprezzarne al meglio le sue qualità: ideale come aperitivo, si abbina a piatti di pesce, crostacei, formaggi freschi e salumi. Ma, il suo sapore delicatamente secco, può accompagnare l’intero pasto di quanti, una volta scelto il vino, preferiscono non cambiare. E’ difficile, al momento, quantificare il numero di bottiglie che si potranno vendere di questo nuovo spumante. Al Consorzio dicono che ci saranno più di 15 aziende che si dedicheranno anche alla produzione dell’Asti secco. E, quindi, appare abbastanza chiaro un futuro interessante per l’Asti secco. Creando, probabilmente, i presupposti per incrementare la produzione di Asti Dop e Moscato d’Asti Dop che interessa il territorio di 52 comuni, per un totale di 9.700 ettari di vigneti e un patrimonio di 80 milioni di bottiglie all’anno.   

I Capetta, con Duchessa Lia, hanno intanto iniziato il loro percorso nel mondo dell’Asti secco. Puntando, a quanto pare, ad una produzione certificata, visto che sono stati i primi in Piemonte – e tra le prime in Italia – ad aver ottenuto nel 2004 la Certificazione Ambientale Iso 14001 e successivamente la Iso 9001. Negli anni successivi si sono aggiunte ulteriori certificazioni che posizionano ai massimi livelli un sistema di qualità documentato: controllo di prodotti, processi, personale e condizioni ambientali dello stabilimento di Santo Stefano Belbo, dove la famiglia Capetta – fondatore dell’azienda è stato Francesco Capetta, nel 1923 – ha trasferito pure la produzione dell’azienda Duchessa Lia, fondata ad Asti intorno alla metà degli anni Settanta dalla famiglia Piccinino, dopo averla acquisita alla fine degli anni Novanta, focalizzando la produzione su vini e spumanti tipici del Piemonte. Sono stati i Piccinino, però, a dare il nome Duchessa Lia, probabilmente per omaggiare una ragazza di nome Lia che tutti avevano soprannominata “Duchessa” per il nobile aspetto.