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Scenari

Latte, consumi al minimo. Gli esperti: “C’è disinformazione. Importante per la nostra dieta”

07 Novembre 2017
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(ph Giovanni Franco)

di Maria Giulia Franco

Criminalizzato e messo in cattiva luce. Una campagna di disinformazione che ha portato i consumi del latte a una media piuttosto bassa: “circa una porzione al giorno, contro le 2-3 suggerite dalle linee guida”. 

Lo affermano gli esperti che si sono riuniti in un simposio organizzato da Nutrition Foundation of Italy (Nfi), per “confermare invece il ruolo fondamentale del latte nella nostra alimentazione”. Secondo i risultati dell'Osservatorio Nestlé – Fondazione Adi, sottolineano gli esperti, “il 25% degli italiani ha eliminato questo prezioso alimento dalla propria dieta”. I consumi, aggiunge Andrea Poli, presidente Nfi, “in Italia sono in media bassi e decrescono con continuità da alcuni anni. Le spiegazioni sono differenti: oltre alla scarsa conoscenza dell'alimento-latte, si stanno diffondendo tra il pubblico falsi miti sui possibili effetti negativi del suo consumo per la salute”. A “pesare” sul consumo di latte, dice l'Osservatorio Nestlé, sarebbe anche un'auto-diagnosi che porterebbe le persone a eliminare questo alimento dalla propria dieta “per la non digeribilità (47%), l'intolleranza (24%), perché fa ingrassare (16%) e perché è iper-proteico (13%)”. “Scelte soggettive e rispettabili – aggiunge l'Osservatorio – che portano il 41% degli italiani a consumare latte tutti i giorni della settimana, anche più volte al giorno, a fronte di un 40% che, invece, afferma di consumarlo saltuariamente o mai e a un 14% che ritiene di soffrire d'intolleranza al lattosio”. In questi ultimi anni, conclude Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione Adi, “è cresciuto il numero di pazienti che dichiara di soffrire di improbabili allergie e intolleranze. Ma è molto probabile che il dilagare di allarmismi infondati dipenda da uno scorretto metodo di informazione e diagnosi, che non può assolutamente essere quello del fai da te. Dati come questi evidenziano la necessità di affermare con forza il ruolo primario degli enti di riferimento affinchè la diagnosi di reali patologie sia ricondotta al medico”.  Insomma spazio alle antiche colazioni con le tazze di latte e con i biscotti.