I titolari dell'azienda di Trapani fanno il punto sul raccolto 2017: “Annata ricca e di qualità”. E tra i loro clienti tanti chef stellati di tutta Italia
(Francesco e Lara Pellegrino – ph Giovanni Franco)
Le scarse piogge di questo 2017 hanno messo a dura prova non solo i vigneti, ma anche gli uliveti. Non c'è zona d'Italia che quest'anno non lanci il suo grido d'allarme.
Anche i produttori lamentano un calo nel raccolto. Per quanto in buone parti del Paese questo sia un anno ricco di prodotto non raggiunge le quantità del 2015 ma chi ha saputo lavorare bene con le giuste potature e le giuste irrigazioni oggi raccoglie frutti abbondanti. L'attenzione costante ripaga sempre. Ne sanno qualcosa Francesco e Lara Pellegrino, i proprietari di Terre di Shemir, l'azienda che è un riferimento assoluto per chi cerca e vuole un olio extravergine di qualità e già vincitori del premio Best in Sicily come Migliori produttori di Olio nel 2010. I loro uliveti sono lungo le basse colline che guardano il mare ad ovest della Sicilia e le isole Egadi. Tramonti mozzafiato, vento e tanta luce a Guarrato, una frazione a sud di Trapani. Spiega subito Francesco Pellegrino: “Quest'anno abbiamo cominciato a raccogliere il 26 settembre per dare all'olio più clorofilla e quindi più colore e più profumi e per avere un prodotto con basse quantità di perossidi. Pensiamo di raccogliere per un altro mese ancora. L'annata è ricca, siamo attorno ai 60-70 chili per pianta. E pensiamo di superare i nostri consueti 200 quintali di olio extravergine”. Terre di Shemir conta circa seimila alberi di ulivo e produce da oltre venti anni. Cerasuola in prevalenza e poi Nocellara del Belice e Biancolilla le cultivar dalle quali vengono fuori le due etichette dell'azienda di Francesco e Lara Pellegrino: “u Trappìtu” intenso e “u Trappìtu” delicato, la differenza sta nei blend: nel primo prevale la Cerasuola che dà un olio più deciso, nell'altro prevale invece la Biancolilla dalla quale invece si ottiene un extravergine più dolce ed adatto a piatti di verdure, pesce crudo o bollito.
Torniamo al raccolto 2017. “La qualità – spiega Lara Pellegrino – è fuori discussione. L'olio sta decantando e il primo raccolto sarà imbottigliato a breve ma già i primi assaggi ci confermano che verrà fuori un gran bel prodotto, profumi e sapori delle grandi annate”. Una conferma che farà piacere ai tanti clienti di Terre di Shemir. L'80 per cento dell'olio viene esportato e, soprattutto, va annotato che tra gli acquirenti ci sono chef di vaglia sparsi in tutta Italia: dagli stellati Damiano Nigro di Villa d'Amelia in Piemonte a Giuliano Baldessari di Aqua Crua in Veneto, o ancora da Stefano Mazzone del Grand Hotel Quisisana di Capri ad Andrea Migliaccio de L'Olivo, il ristorante del Capri Palace. All'elenco si aggiunge Michelangelo Citino del Michelangelo Restaurant dell'aeroporto di Linate, Gennaro Esposito di Torre del Saracino a Vico Equense e Rita e Giorgio Possoni del MA.RI.NA. di Olgiate Olona in Lombardia. Per non parlare di Pino Cuttaia de La Madia di Licata, Gaetano Basiricò di Serisso 47 a Trapani e dei fratelli Enzo e Nicola Bandi de l'Osteria Il Moro sempre a Trapani, tanto per citare i ristoranti a poca distanza dall'azienda. I clienti aumentano, tanto che il raccolto 2016 è andato esaurito prima dell'estate e non era mai accaduto.
Riprende Francesco Pellegrino: “La cura per gli ulivi è continua. A parte il fatto che vorremmo che piovesse anche in questi giorni non solo perché la terra è asciutta ma anche perché l'acqua piovana è migliore di quella che arriva dai pozzi e fa bene pure dopo la raccolta, un momento delicato per gli ulivi. E poi l'importanza della potatura durante la fioritura, la concimazione ogni due anni e mezzo con lo stallatico, il sovescio con il favino. Il lavoro è costante in tutti i mesi dell'anno. L'ulivo è una pianta straordinaria che vuole tanta attenzione e passione e sa ricompensarti. E non solo. Abbiamo acquistato una nuova macchina per filtrare l'olio che ci garantisce standard di qualità mai raggiunti prima d'ora. È stato un investimento significativo ma ne è valsa la pena. Noi ce la mettiamo tutta e i risultati per noi sono più che soddisfacenti”.
C.d.G.