I DATI
In salita, invece, la quantità di Pecorino Siciliano. I risultati in uno studio del Corfilac di Ragusa
Ragusano Dop,
cala la produzione
Produrre il “Ragusano” Dop non è facile: è una delle considerazioni che si può trarre dagli ultimi risultati presentati dal Corfilac, il Consorzio di ricerca sulla filiera lattiero-casearia che oltre ad occuparsi di ricerca è anche un organismo di controllo per due denominazioni di origine protetta: il formaggio “Ragusano” ed il “Pecorino Siciliano”.
Dalle 174 verifiche ispettive condotte presso le aziende produttrici e gli stagionatori inserite nel sistema di certificazione e condotte nel 2008, ottavo anno di attività del processo di certificazione del “Ragusano”, è emerso un calo della quantità di latte destinato alla produzione di questo formaggio a pasta filata ed anche una diminuzione dei formaggi prodotti rispetto agli anni precedenti: circa 1 milione e 940 mila i litri di latte ottenuti e 11989 le forme prodotte a fronte dei circa 3 milioni e 600 mila litri di latte e 17033 forme prodotti nell’anno 2004-2005.
Analizzando i dati, partendo dal primo anno di certificazione, l’anno 2000-2001, si può notare come i dati relativi ai quantitativi di latte e formaggi prodotti siano andati crescendo di anno in anno ma ciò sino al 2005. Da quel anno fino al 2008 si è invece potuto assistere ad un calo. Se si guarda il numero degli iscritti ai tre albi (produttori di latte, caseificatori e stagionatori), si può riscontrare un simile andamento: anche qui il numero degli iscritti è diminuito, soprattutto a partire dal 2005, mentre negli anni precedenti c’era stato un aumento del loro numero. Un dato importante questo che incide parecchio sulla produzione finale.
Secondo i tecnici del Corfilac produrre “Ragusano” Dop non è semplice come possa sembrare e soprattutto garantire una certa qualità non è cosa da poco: la complessità della tecnologia di produzione, i costi da sostenere, la difficoltà nel rientrare in determinati parametri necessari per l’ottenimento della denominazione ed infine anche i limiti di età raggiunti da molti produttori che decidono di abbandonare l’attività, hanno portato in questi anni ad una diminuzione delle iscrizioni agli albi e pertanto ad una diminuzione delle produzioni finali. Quest’anno, comunque, anche se il numero degli iscritti non è cambiato di molto, a dire dei tecnici del Consorzio, dovrebbe andare meglio: la stagione foraggera si è protratta più a lungo e pertanto le condizioni ambientali sono state più favorevoli rispetto a quelle dell’anno scorso, pertanto alla fine del 2009 ci si dovrebbero aspettare maggiori quantitativi di latte e dunque di formaggi.
Dati più che positivi quelli ottenuti lo scorso anno per il formaggio forse il più antico della Sicilia, ossia il “Pecorino Siciliano” Dop, per la cui certificazione il Consorzio è giunto al settimo anno di attività. Dal 2002 sino al 2008 c’è stato un incremento del numero degli iscritti agli albi, un netto aumento della quantità di latte destinato alla sua produzione che si è attestato intorno ai 289 mila litri ( 6 mila e 735 nel 2002) e pertanto un considerevole aumento della produzione con ben 7293 forme prodotte a fronte delle 255 dell’anno 2002. 5192 sono state le forme risultate conformi e dunque marchiate mentre nel 2002 erano risultate conformi solo 62.
I dati confermano l’interesse mostrato in questi ultimi anni nei confronti di questo formaggio soprattutto da parte dei consumatori americani. Un interesse che al momento pare stia scemando un pò: il fatto che venga pagato poco e il cambiamento dei gusti del consumatore a stelle e strisce sta infatti scoraggiando i produttori che, a detta dei tecnici che si occupano di certificazione, pare che siano in calo e pertanto anche se i dati di quest’anno non sono completi, a fine anno ci si dovrebbe attendere una leggera diminuzione dei quantitativi prodotti.
Gianna Bozzali