L’ESPERIMENTO
Il noto fungo delle Madonie rischia l’estinzione. A San Martino delle Scale, nel Palermitano, il Gruppo micologico siciliano ha dato vita a una produzione biologica con l’intento di ricreare le condizioni ottimali
Un’idea per salvare
il basilisco
“Pleurotus nebrodensis”, ovvero basilisco. Un fungo tra i più rinomati della Sicilia per le sue eccellenti qualità organolettiche. Cresce soltanto nel periodo primaverile sui monti delle Madonie in cui è noto sin da tempi antichissimi. Da qualche tempo però rischia l´estinzione.
Compare infatti nella cosiddetta “lista rossa” della micologia. Da qui l´idea di Mario Tamburello e Antonio Curcio, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo micologico siciliano fondato nel 1983 e riconosciuto dalla C.e.m.m. (confederazione europea di micologia mediterranea) di salvarlo.
Negli ultimi anni a San Martino delle Scale, nel Palermitano, hanno così dato vita ad una produzione biologica. «Si tratta ancora di esperimenti. – puntualizza Tamburello – Quest´anno il progetto stava decollando ma il gran caldo ha rovinato gran parte della produzione». Coltivazione che avviene all´interno di tre capannoni quasi al buio. «Vi è il novanta per cento di ombreggiatura. – spiega Tamburello – Senza uso di additivi chimici». L´intento è quello di ricreare le condizioni ottimali perché il basilisco originale si riproduca. «In commercio è infatti possibile trovare il “pleurotus eryngii varietà salinus”», continua Tamburello. Simile insomma al basilisco, ma non lo stesso. «E´ più leggero e meno profumato», aggiunge il micologo. Di piccole dimensioni, non supera quasi mai i quindici centimetri, con un cappello convesso, il “pleurotus nebrodensis” viene anche chiamato “tartufo delle Madonie”. A piatti raffinati, data la sua rarità, è destinato.
Sandra Pizzurro