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Scenari

Schenk Italian Wineries “sconfessa” Cotarella: calo compensato da alta qualità

05 Settembre 2017
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(Daniele Simoni, amministratore delegato Schenk Italian Wineries)

“I dati del primo semestre 2017 ci consegnano un ottimo quadro complessivo della nostra realtà, rafforzando la valenza del percorso intrapreso fino ad ora che ha fatto della qualità e del legame territoriale i due assi imprescindibili su cui muovere ogni passo. Il nostro gruppo è cresciuto a doppia cifra, sia in termini di ricavi che di export, confermando il trend già registrato nel 2016 e il posizionamento di Schenk Italian Wineries nel settore vinicolo italiano e internazionale”.

Con queste parole Daniele Simoni, Amministratore Delegato Schenk Italian Wineries, commenta i dati di bilancio dei primi sei mesi del 2017, che vedono, al 30 giugno 2017, ricavi consolidati pari a 54,7 milioni di euro, con in incremento del 15% rispetto ai ricavi registrati nello stesso periodo dell'esercizio precedente. In netta crescita anche il numero delle bottiglie vendute (+4%), che raggiungono quota 26,7 milioni di unità, e molto significativi i dati dell'export (+26%), pari a 33,4 milioni di euro. “I dati positivi del semestre – aggiunge Simoni – sono accompagnati da quelli non proprio confortanti relativi alla vendemmia. L'andamento climatico di quest'anno ha messo in difficoltà la produzione agroalimentare di tutta Europa, quindi non solo quella del comparto vitivinicolo. In particolare, per quanto ci riguarda, abbiamo registrato un calo di circa 13 milioni di ettolitri rispetto al 2016 (da 54 milioni di ettolitri del 2016 a 41 milioni di ettolitri di oggi). Si tratta però di un problema circoscritto ai volumi, non alla qualità, che siamo riusciti a mantenere ad alti livelli grazie ad interventi tempestivi ed alle importanti escursioni termiche che ci hanno aiutato a preservare l'integrità dell'uva nonostante il caldo precoce”. Insomma Simoni va controcorrente le parole che aveva pronunciato qualche giorno fa Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi che aveva detto (leggi questo articolo) che la vendemmia era scarsa e anche di qualità mediocre. 

“Alla luce di ciò – conclude Daniele Simoni – si potrebbero aprire diversi scenari per il consumatore: il decremento del prodotto a livello europeo potrebbe causare un aumento generalizzato del prezzo dei vini, con conseguente calo dei consumi o ricerca di un nuovo prodotto simile ma più conveniente. Possibili altri problemi al comparto potrebbero venire dall'export: i prodotti italiani, a causa dell'Euro forte, potrebbero essere 'attaccati' dalla concorrenza estera dell'Est Europa o della California per i vini bianchi; dell'Australia, Sud Africa o Sud America per i vini rossi. Noi siamo però molto ottimisti, e confidiamo che il consumatore rimarrà fedele alla qualità, riconoscendo e premiando le nostre scelte”.

Schenk Italian Wineries fa parte del Gruppo Schenk che, a più di un secolo dalla fondazione della prima azienda da parte di Arnold Schenk nel 1893 a Rolle (Svizzera), oggi è titolare di cantine in Svizzera, Francia, Italia e Spagna, con una solida rete commerciale in Germania, Belgio e Regno Unito. La quarta e la quinta generazione della famiglia Schenk continuano a seguire ogni aspetto del business, dalla gestione del vigneto, 3.500 ettari di proprietà del Gruppo, alla vendita. Oggi il gruppo italiano produce oltre 52 milioni di bottiglie. 

C.d.G.