L’INTERVISTA
Il nuovo direttore regionale di Coldiretti, Giuseppe Campione: “Prezzi troppo bassi alla produzione e troppo alti al dettaglio. Bisogna accorciare le filiere”
“Più potere
ad agricoltori
e consumatori”
Accorciare la filiera, aumentando così il reddito dell´agricoltore e il potere d´acquisto del consumatore: è la battaglia principale di Coldiretti che coinvolge anche l´agricoltura siciliana.
Una battaglia sposata in pieno dal nuovo direttore della Federazione regionale, Giuseppe Campione, 44 anni di Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento. Avvocato, Campione guiderà ad interim anche la Federazione provinciale di Palermo, che ha già diretto in passato per tre anni. Dopo la direzione della Federazione di Trapani, durata circa 7 anni, nell´ultimo biennio ha diretto quella di Agrigento. Adesso succede ad Aldo Mattia, nominato al vertice della Coldiretti Lazio.
Direttore, quali sono, secondo lei, le problematiche maggiori nel settore dell´agricoltura siciliana?
«La questione dei prezzi è fondamentale. Quelli alla produzione sono troppo bassi, mentre sono troppo alti al dettaglio. Per questo abbiamo lanciato un progetto che riguarda le filiere dei vari settori che noi proponiamo di riorganizzare. Per esempio, recentemente abbiamo avviato iniziative e manifestazioni per quanto riguarda il latte alle quali hanno aderito in Sicilia circa un centinaio di cooperative. Queste riorganizzazioni devono accorciare le filiere, perché ci sono troppi passaggi che di volta in volta aumentano il prezzo del prodotto agricolo».
I mercati del contadino sono una soluzione?
«Stiamo lanciando come Coldiretti un´iniziativa più articolata: si chiama Campagna Amica e ha un logo proprio. Puntiamo ad affiancare i 42 mercati del contadino con altri 50 mercati di Campagna Amica».
Questo per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti. E per la produzione, cosa si può fare?
«Bisogna puntare sulle eccellenze».
Una di queste è senz´altro la vitivinicoltura. C´è un modo per replicare questo successo, in Sicilia?
«Occorre creare iniziative per puntare alla qualità di tutto il comparto, non solo delle imprese più grandi, come accade anche nella vitivinicoltura, ma anche di quelle più piccole. Lo sviluppo deve essere orientato verso l´alto, anche guidandolo con i contributi. È importante, per esempio, disaccoppiare i contributi ed elargirli in modo tale che l´imprenditore agricolo sia libero di scegliere il prodotto meglio spendibile sul mercato. Non come nel passato quando l´unico modo per ottenere contributi era quello di puntare sulla cerealicoltura anche se con prezzi fuori mercato».
Con le istituzioni come vi state muovendo?
«Apprezziamo alcune iniziative che sono presenti in finanziaria, come il fatto che per la prima volta è stato istituito un fondo da 100 milioni di euro per il credito alle imprese agricole. Ma cerchiamo di spingere perché si avviino prima possibile le misure del Piano di sviluppo rurale, finora praticamente fermo».
Che momento sta vivendo Coldiretti Sicilia? È in salute?
«Coldiretti nella nostra regione associa circa 40 mila famiglie coltivatrici ed è sempre in costante crescita. Inoltre, oggi rappresenta un punto di riferimento anche per chi agricoltore non è, grazie alle numerose battaglie fatte a favore dei consumatori».
A proposito di consumatori: che consigli possiamo dar loro?
«Quello di guardare le etichette e scegliere prodotti locali».
Salvo Butera