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La degustazione

Il sapore e i profumi dell’Argentina: la degustazione con i vini Cheval Des Andes

27 Giugno 2017
Pierre_Lurton_Pierre_Olivier_Lorenzo Pierre_Lurton_Pierre_Olivier_Lorenzo

A Roma presso il ristorante “L'Uliveto” del Rome Cavalieri Waldorf Astoria è stato possibile provare alcune annate di questi preziosissimi vini prodotti in Sudamerica


(Pierre Lurton, Pierre Olivier e Lorenzo Pasquini)

di Fabiola Pulieri

In occasione del rientro in Italia, per pochi giorni a Roma, di Lorenzo Pasquini, technical manager e winemaker di Cheval Des Andes, è stato possibile degustare presso il ristorante “L'Uliveto” del Rome Cavalieri Waldorf Astoria alcune annate di questi preziosissimi vini prodotti in Argentina.

Cheval des Andes, che appartiene al gruppo Lvmh ed è frutto dell'incontro tra il Premier Grand Cru Classé A di Sant-Émilion Cheval Blanc e Terrazas de Los Andes, è la perfetta fusione dei due stili in uno unico franco-argentino. Come spesso accade, infatti, all'origine di grandi avventure c’è una coincidenza di intenti, di menti, di passioni e opinioni che il destino cospira a combinare in un “appuntamento fortuito” che con il tempo si rivela quello perfetto. Come ha raccontato Lorenzo Pasquini durante la degustazione, Cheval des Andes è nata proprio da una successione di tali incontri, a partire da quello tra Bernard Arnault e il barone Albert Frère, i nuovi proprietari di Château Cheval Blanc, e il direttore della proprietà Pierre Lurton, al quale fu chiesto di iniziare un’avventura insieme in Argentina. Pierre Lurton fu subito entusiasta all'idea che gli si proponeva la possibilità di ricollegare Saint-Émilion con il suo passato, quando, fino all'epidemia di fillossera, il Malbec era una delle varietà più coltivate e disse: “Questo sarà un viaggio di ritorno alle radici di Bordeaux”.  


(I vigneti di Cheval Des Andes)

Pasquini proseguendo nella narrazione della storia della Maison ha raccontato ai presenti che nel 1999 Pierre Lurton si recò a Mendoza e incontrò Hervé Birnie-Scott, una delle figure di spicco di Terrazas de los Andes e oggi direttore della proprietà, e il viticoltore Roberto de la Mota, figlio di Raul de la Mota, primo enologo di fama internazionale proveniente dalla regione. Pierre Lurton fu immediatamente affascinato da un vino Malbec proveniente dalla Fracción 16, uno degli storici lotti di Las Compuertas piantato con vitigni Malbec nel 1929. Quando chiese a Roberto de la Mota di portarlo alla vigna e lui acconsentì, vedendola rimase incantato e immediatamente conquistato, soprattutto per la bellezza del paesaggio che si mostrava ai suoi occhi: alle pendici di Las Compuertas si alzava la robusta pre-Cordigliera e in lontananza si potevano ammirare le maestose cime innevate delle Ande. Un vero spettacolo!

A seguito di una degustazione verticale di vini Malbec degli anni '70 di Las Compuertas si convinse che da quel posto potevano avere origine grandi cose e fu così che nacque Cheval des Andes, il futuro Grand Cru delle Ande. Cheval des Andes e Château Cheval Blanc hanno entrambe la forte convinzione che non si possa ottenere un grande vino se non si inizia dal vigneto, curato e tirato su con particolare attenzione rivolta ai dettagli, alle capacità e alle tecniche tramandate di generazione in generazione ma, soprattutto fiancheggiato dalla passione umana e dall’impegno. La precisione è un concetto essenziale per Cheval des Andes che la intende nella totale gestione dei vigneti, attraverso la vendemmia e la vinificazione, fino alla fase finale, la più importante: l'arte dell’assemblaggio. Ispirandosi al patrimonio di Château Cheval Blanc, i winemaker di Cheval des Andes assemblano diverse varietà di uva per produrre l'espressione unica del terroir in un determinato anno.    


(Lorenzo Pasquini)

La viticoltura di precisione è il motivo per cui i vigneti vengono piantati in piccoli lotti con le cinque varietà di uva che, a seconda dell'annata, sono utilizzate per assemblare Cheval des Andes: Malbec (65%), Cabernet Sauvignon (27%), Petit Verdot (4%), Cabernet Franc (3%) e Merlot (1%). Inoltre queste uve sono piantate solo in due vigneti di proprietà, situati ad alta quota: Las Compuertas, vigneto gioiello di Terrazas de Los Andes a Luján de Cuyo – la più prestigiosa regione viticola di Mendoza – e La Consulta, nella regione della Valle de Uco, più a sud. Las Compuertas è il più alto vigneto sulla riva sinistra del fiume Mendoza ed è situato a 1.070 metri sul livello del mare. Il vigneto, di 35 ettari, è famoso per il Malbec, con lotti risalenti al 1929, piantati con vitigni “piede franco” importati dall'Europa prima dell'epidemia di fillossera, con metodi di impianto originari di Bordeaux. Accanto allo storico lotto di Malbec, a Las Compuertas si coltivano altre varietà di uve: Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Cabernet Franc e Merlot. I vitigni Cabernet Franc e Merlot sono stati importati da Château Cheval Blanc mentre Petit Verdot da un'altra leggendaria proprietà di Bordeaux, Château Margaux. Anche questo è il risultato di un incontro tra Roberto de la Mota e Paul Pontallier, Managing Director Château Margaux, che ha offerto i suoi vitigni, dato che la qualità di Petit Verdot richiesta era rara a Mendoza.  

Las Compuertas è in una zona caratterizzata da precipitazioni relativamente basse, da una altitudine che mantiene la temperatura giornaliera fresca e determina una grande escursione termica con le notti fredde. I terreni sono prevalentemente alluvionali, composti da sabbia, calcare e argilla, un sottosuolo roccioso che inizia a una profondità tra 1,5 e 3 metri e la presenza nel suolo di piccole tracce di materia organica che limitano la crescita delle viti generando uve di altissima qualità, con una concentrazione ottimale di aromi e tannini. La Consulta, invece, è la vigna di Altamira, nel distretto di La Consulta, e si trova ad un'altitudine di 1.100 metri nella regione della Valle de Uco, nel Mendoza meridionale. Acquisiti da Cheval des Andes nel 2001, i suoi 15 ettari sono piantati principalmente con vitigni maturi di Malbec, risalenti al 1945.  L'elevata altitudine e la mancanza di colline ad Ovest permettono a La Consulta di godere di maggiore escursione termica che a Las Compuertas. 

“A Mendoza le varianti climatiche sono tante e il vino è un riflesso di come è stato l'anno climatico”, specifica Pasquini che prosegue: “I differenti vitigni sono la matrice della complessità dei nostri vini e in presenza di annate difficili o non produciamo oppure riduciamo al minimo la produzione dopo lunghe riflessioni, consultazioni e una decisione unanime”. Partendo da questi vigneti unici, la particolarità di Cheval des Andes è l’arte dell’assemblaggio. “Le nostre uve vengono raccolte 'al dente' per usare un modo di dire caro a noi italiani” dice Pasquini “le raccogliamo ancora croccanti e le portiamo subito in cantina dove le lavoriamo ad una temperatura di 26-28 gradi usando tecniche di macerazione e non di estrazione”.


(I vini in degustazione)

Dopo un primo periodo di sei mesi, durante i quali i vini provenienti da appezzamenti diversi vengono invecchiati separatamente, il team Cheval des Andes si riunisce per creare il “noyau” cioè il pre-assemblaggio che costituisce la base per l’assemblaggio finale. Il “noyau” viene invecchiato per altri 12 mesi in una miscela di botti di rovere nuove e già usate in cui la proporzione esatta varia a seconda dell'annata. A tal proposito Lorenzo Pasquini ha tenuto a precisare che “le botti di legno sono diventate una scelta che differenzia l'azienda da tante altre argentine che si stanno sempre più allontanando dall'utilizzo del legno, mentre la Cheval Des Andes prosegue sulla vecchia linea, cioè con l'approccio del vecchio mondo, quello di fare vino secondo le metodologie antiche, ma con un messaggio moderno”.

Durante questo periodo di 12 mesi in botte, in una serie di sessioni di degustazione, vengono effettuati aggiustamenti con nuovi vini che vengono aggiunti quasi goccia a goccia. Ecco perché le proporzioni di Malbec e Cabernet Sauvignon variano ogni anno, così come per Château Cheval Blanc, non ci sono due annate contenenti esattamente le stesse proporzioni di Cabernet Franc e Merlot. Nella creazione dell’assemblaggio finale, la squadra di vinificazione Cheval des Andes segue un unico principio guida: produrre la migliore espressione di quel prestigioso terroir, in un determinato anno che sia un vino argentino degno del nobile patrimonio di Saint-Émilion, un Grand Cru delle Ande, caratterizzato da freschezza, eleganza e un eccezionale potenziale di invecchiamento.

I vini in degustazione sono stati il 2011, il 2012 ed il 2013, quest'ultimo in anteprima assoluta, espressione della linea che sta seguendo l'azienda da qualche anno a questa parte, fatta di morbidezza e coerenza per una bevibilità a lungo termine, con una direzione mirata all'invecchiamento e all'eleganza che hanno preso corpo nel 2011. Questo vino infatti si è mostrato molto generoso, corposo, dolce ed elegante e ha dimostrato che la filosofia dell'azienda di “fare vini bevibili ad ogni passaggio” sta obiettivamente prendendo sempre più corpo.