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Scenari

Rivoluzione Rioja, il consorzio mette nuovi paletti: rese inferiori e raccolta solo a mano

13 Giugno 2017
rioja rioja

Una rivoluzione comincia nella Rioja, la regione vitivinicola spagnola più conosciuta al mondo.

Da tempo, sia i produttori che gli acquirenti, lamentavano il fatto che ci fosse troppa “improvvisazione”, visto che nella stesso posto venivano prodotti vini da 2 euro e vini da 200 euro. Ora, però, ci pensa il consorzio della denominazione Doc (in spagnolo Doca) a mettere ordine. Rese inferiori del 20 per cento di quelli già previsti dal disciplinare, delimitazioni naturali dei vigneti, raccolta effettuata esclusivamente a mano, tracciabilità completa, vinificazione e invecchiamento in due luoghi separati. Questi i paletti per produre Rioja di un certo livello e di una certa qualità. L'intenzione dichiarata è quella di estendere il progetto fino ad includere le denominazioni del villaggio e delle altre sottostrutture in futuro. Un comitato ufficiale di degustazione supervisionerà il processo.

Thomas Perry, amministratore delegato dell'associazione di esportatori di vino di Rioja, ha dichiarato a Decanter.com che la possibilità di proporre questa “rivoluzione” si è avuta solo nel 2003, quando una nuova legge generale sui vini spagnoli ha creato la categoria “Vino de Pago”, che significa vini prodotti da una sola vigna. La nuova denominazione esisterà accanto all'attuale sistema in cui i vini Rioja sono etichettati in base al loro affinamento in barile e all'invecchiamento delle bottiglie con il nome Joven, Crianza, Reserva e Gran Reserva. I vini che si qualificano in queste categorie possono ora essere etichettati come “Vini prodotti da un singolo vigneto”. 

I venditori e i produttori hanno in gran parte accolto favorevolmente la mossa, anche se rimangono dei dubbi. Nel gennaio del 2016, più di 150 commercianti e produttori hanno firmato un documento che richiedeva un maggiore riconoscimento del terroir della Spagna nelle sue varie regioni. Peter Sisseck, viticultore di Ribero del Duero e uno dei firmatari del documento ha dichiarato: “La preoccupazione è che questa operazione faccia bene solo ai grandi. Temiamo che le riforme più importanti per introdurre un vero sistema piramidale che indichi vini regionali e di paese non andranno avanti. È una mossa nella giusta direzione e chiaramente è stato difficile ottenere un consenso sulle riforme, ma dobbiamo andare oltre “.

C.d.G.