L’ACCORDO
Vicina l’intesa a Roma contro il consumo di bevande analcoliche colorate senza succo di agrumi. Appello di La Via al ministro: l’attuale norma va abrogata
Aranciata bipartisan
Sarà un accordo bipartisan quello che dovrebbe consentire di abrogare la norma che abolisce la percentuale minima del 12 per cento di succo di agrumi per le bibite analcoliche colorate. E’ questo il risultato della conferenza stampa che l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, e il presidente della Commissione “Affari sociali” della Camera dei deputati, Giuseppe Palumbo, hanno tenuto a palazzo Montecitorio a Roma.
L’obiettivo era quello di sensibilizzare l’intero Parlamento, prima che la Camera iniziasse l’esame del testo, già approvato in prima lettura al Senato, che abroga l’articolo 1 della legge 286 del 1961 secondo cui “le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto ed aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, o di paste aromatizzanti di agrumi, non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento”.
Per l’occasione, grazie ai Consorzi di tutela dell’Arancia rossa Igp e dell’Arancia di Ribera Dop, nella bouvette di Montecitorio e di palazzo Madama sono arrivati 300 chili di agrumi, che rappresentano il meglio della produzione di qualità dell’Isola. Arance che sono state spremute e distribuite, gratuitamente, a parlamentari e giornalisti.
“Approvare una norma che consente di produrre bevande al sapore di arancia senza il succo rappresenta la vittoria delle lobby di Bruxelles alle quali non possiamo assentire – ha detto l’assessore La Via – per questo motivo facciamo un ulteriore appello al ministro per le Politiche agricole, alimentari e Forestali, Luca Zaia, e al Parlamento italiano affinché la norma venga bloccata. Anzi, chiediamo con forza che la percentuale minima del 12 per cento di succo vada non solo mantenuta, ma anzi incrementata. Inoltre, invitiamo anche il governo nazionale a varare una norma che consenta di abbassare l’attuale aliquota Iva per i succhi naturali dal 20 al 4 per cento. In questo modo, riducendo il costo finale, si potrà favorire l’utilizzo di prodotti che fanno bene alla salute”
E ancora: “C’è, quindi, più di una ragione che ci spinge a fare questa battaglia – ha continuato La Via – perché le bevande senza succo contengono tutta una serie di elementi che non si muovono nella direzione della salute e della salubrità e poi perché non è possibile che mentre il Paese, da un lato, avvii una campagna contro l’obesità giovanile, dall’altro autorizzi questo tipo di bevande. Siamo convinti che prevenire sia meglio che curare e che una maggiore presenza di succo possa servire a questo scopo. Se così non fosse, oltre a non volere il bene dei nostri figli causeremmo un danno alle decine di migliaia di agricoltori siciliani, produttori di agrumi”.
Agata Polizzi