(Francesca Moretti)
di Michele Pizzillo
L’Economia, settimanale allegato al Corriere della Sera del lunedì, calcola in 15.461.865 euro il valore della produzione della famiglia Cerea (leggi qui).
Un giro d’affari generato solo dal rinomato ristorante “Da Vittorio” di Brusaporto di Bergamo, uno degli otto locali italiani che si fregiano delle 3 stelle Michelin? No. Perché attorno a “Da Vittorio”, che poi è il brand più conosciuto, c’è un sistema di offerta food e di accoglienza ampio e articolato, che spazia dal Relais & Château, ai servizi esterni, ai grandi eventi, al bistrot di Orio, alla pasticceria Cavour di Bergamo alta, alla ristorazione collettiva, con una famiglia composta da ventisette anime, con compiti così ben divisi da farne un’azienda sana, con una reputazione di altissimo livello e con alti valori etici, si legge sulla loro brochure di presentazione di quello che possiamo chiamare il “sistema Cerea”. E, quindi, i servizi esterni – mai citare la parola catering, non si addice al nostro concetto di ristorazione, ci confida Francesco Cerea in un altro contesto famigliare altrettanto famoso, le cantine Bellavista della famiglia Moretti – rappresentano una voce importante del business Cerea.
(Bobo Cerea e Mattia Vezzola)
Ed è proprio alla presentazione dell’ultimo capolavoro voluto da Vittorio Moretti – assente giustificato, però: era in viaggio di “nozze” per festeggiare i 50 anni di matrimonio, ma sostituito alla grande dalla figlia Francesca – “Meraviglioso” che come dice l’enologo di casa, Mattia Vezzola, non è il paradigma della Franciacorta, ma la sublimazione dell’Italia che produce grandi vini capaci, pure dopo un lungo invecchiamento, di presentarsi in tavola sempre freschi, abbiamo capito che una colazione firmata “Da Vittorio” è identica a Brusaporto come in qualsiasi altra location dove arriva il team Cerea, guidato da Francesco, per allietare i palati dei fortunati invitati. Da Bellavista, Francesco si è fatto accompagnare dallo chef di casa, il fratello Roberto detto Bobo, che ha deliziato una trentina di invitati chiamati a raccolta da Francesca Moretti per inebriarli con il primo Meraviglioso (composto da vini delle vendemmie 1984, 1988, 1991, 1995, 2001 e 2002) e il “Bellavista Vittorio Moretti vendemmia 2008”.
(Francesco Cerea)
Bobo ha cominciato a sguinzagliare i camerieri, al momento dell’aperitivo, con una serie di bocconcini così eccezionali che abbiamo assaggiato senza prestare attenzione alle descrizioni fatte dai camerieri. Conseguenza? Non abbiamo annotato niente. Distrazione che ha notato Francesco Cerea, responsabile dei servizi esterni (prenda nota, il termine catering l’ha utilizzato lei, non io) che, attorno al grande tavolo, appena serviti i piatti, ha chiesto silenzio assoluto per descrivere i capolavori del fratello. Obbligandoci a guardarli, prima, i piatti che abbiamo avuto la fortuna di gustare. E, cioè
“tonno rosso mediterraneo, yuzu con crema di melanzana affumicata e ricotta di bufala” con sopra una chip di melanzana abbrustolita: semplicemente sublime. Seguito da
“Caesar di capasanta, crema all’uovo, insalatina di asparagi e con dragoncello”: senza parole. Terzo appuntamento con “White cod alla mediterranea in giallo”, cioè, merluzzo dell’Alaska con patate ed erbette ghiacciate che meritava anche la scarpetta che il terzo fratello, Chicco, fregandosene di chi inorridisce a vedere questa pratica a tavola, consiglia di farla con alcuni suoi straordinari piatti. Fin qui, il Vittorio Moretti 2008, oltre ad aver inebriato i commensali, ha ulteriormente impreziosito piatti che sono veramente un unicum.
Il colpo di “grazia” arriva con il “sottobosco …” o meglio, trilogia di sottobosco che è sembrato un quadro d’autore più che un piatto, servito insieme alla kermesse di dolci di cui sono celebri i fratelli bergamaschi. Un abbinamento sublime che Bobo Cerea, abbandonando i fornelli, ha voluto arricchire con un delizioso cannoncino alla crema e stecche di gelato di vari gusti. Mentre Mattia Vezzola ha fatto servire il Nectar, versione amabile del Franciacorta: un vino che ha voluto personalmente Vittorio Moretti per accompagnare il dessert. Prima che qualcuno chiedesse perché i piatti utilizzati per il servizio erano di diverso tipo – sia di grandezza che di formato e di colore – il capo-team di “Da Vittorio” ha svelato il segreto. D’accordo con Francesca, hanno utilizzato il servizio di piatti di casa Moretti. E, quindi, formato e colori diversi.