di Gianni Paternò
Nel vasto mondo del vino italiano Roberto Snidarcig, il patron dell’azienda Tiare di Dolegna del Collio, quindi in Friuli, detiene alcuni invidiabili record.
E’ stato l’unico produttore italiano a vincere al “Concours Mondial du Sauvignon” non solo la medaglia d’oro ma anche il premio come miglior Sauvignon al mondo; unico italiano a vincere la medaglia d’oro al concorso “The Global Pinot Noir Masters 2017” di Londra col Pinuàr 2015; l’italiano che ha vinto il massimo premio al concorso “Vinistra – il Mondo delle Malvasie 2016” che si è svolto in Slovenia.
(Roberto Snidarcig)
Segreto del successo: zone vocate, duro e sapiente lavoro, rispetto e valorizzazione delle caratteristiche del territorio, essenzialmente. Una piccola azienda che oggi sta arrivando ai 12 ettari, di cui oltre il 60% di Sauvignon, il vitigno di cui Roberto si è innamorato fin dall’inizio. Comunque dell’azienda e del suo Sauvignon ne abbiamo parlato QUI.
Roberto, affiancato dalla moglie Sandra, oltre ad essere l’uomo dei record possiamo definirlo l’uomo delle sfide: lo è stato per il Sauvignon e per la Malvasia, lo è per il Pinot Noir. Di quest’ultimo è solo un ettaro, vicino alla cantina, che non ricade nelle Doc Collio ed Isonzo. Per oltre 10 anni lo vinificava a modo suo, per ottenere un rosso che a lui piaceva: vendemmia ad uve quasi stramature, lunghissime macerazioni ottenendo un vino di forte struttura e grande potenza. Ma piaceva solo a lui.
(La cantina)
Nel 2015 cambia metodo: vendemmia precoce, breve macerazione, affinamento in barrique. Lo assaggia e questo vino dal colore scarico, dalla iniziale struttura tenue non gli piace e lo lascia quasi dimenticato nelle piccole botti. Passa un anno e con un amico esperto di Pinot nero lo riassaggia e si sorprende: quel vino è diventato elegante, fine, di classe, tanto da diventare un Pinot di referenza. Le sfide di Roberto, che da 3 anni fa anche l’enologo di esperienza, non si fermano qui in quanto sta attenzionando e sperimentando un altro noto vitigno, chissà se otterrà qualche altro premio assoluto.
Vediamo come è fatto questo Pinuàr, un Venezia Giulia Igp. Vigna a Guyot corto, in terreno marnoso, allevata come tutte le altre in maniera ecosostenibile con pratiche colturali a basso impatto. Vendemmia manuale e subito nella vicina nuova cantina in buona parte sotterranea in cui, dopo la pigio-diraspatura, macera per 3 giorni a temperatura di pochi gradi poi per altri 3-4 a maggior temperatura fermentando con lieviti spontanei, svinatura e in barrique da 300 litri di 3° passaggio dove svolge la malolattica e permane per un anno; filtrazione e niente chiarifica, solfiti pochi e in bottiglia per 3 mesi.
Nel calice il colore è rubino scarico, quasi trasparente, tipico del vitigno. Al naso spiccano immediatamente l’eleganza e la finezza che esprimono sottili note vegetali di erba secca, sottofondo di ciliegia, mirtillo, menta con un contorno di spezie, chiodi di garofano e mandorle poco tostate; coinvolgente. Una bocca equilibrata, fresca per la vispa acidità accompagnata da tannini in giusta misura, buono il corpo, finale lungo con tendenza verso sfumature sull’amarognolo.
Il Pinuàr, da buon Pinot, a nostro modesto avviso si gestisce con le temperature di servizio, d’estate potete rinfrescarlo fino a 12° abbinandolo a piatti più delicati, a base di pomodoro, zuppe di legumi freschi, pizza 4 stagioni, spingendosi fino al pesce azzurro alla griglia; riportandolo ai 18-20° classici di un rosso si accompagna ai piatti più strutturati, alle carni cotte in vario modo. Sono solo 3.000 bottiglie che allo scaffale comprate a 23 euro.
TIARE di Roberto Snidarcig
Loc. Sant'Elena 3/a
34070 Dolegna del Collio (Go)
tel.0481 62491
info@tiaredoc.com
www.tiaredoc.com