Lo dice Axel Heinz, direttore della tenuta toscana durante la presentazione dell'annata 2014 che si è tenuta a Roma
Tenuta dell'Ornellaia si è messa a nudo per un giorno per presentare a Roma la strategia di difesa dai cambiamenti climatici e “l'essenza” di un grande terroir vitivinicolo come è Bolgheri.
L'occasione: la presentazione dell'annata 2014, quella appena uscita per questo supertuscan che, a detta degli chef Francesco Apreda (Imago dell'Hassler Rome) e Luciano Zazzeri (La Pineta) ben si abbina anche con piatti di pesce e menu estivi. In degustazione guidata, i nove vini base di quattro diversi vigneti dell'azienda bolgherese ora di proprietà del Gruppo Frescobaldi. “Oggi ci sottoponiamo a una specie di radiografia – ha detto Axel Heinz, direttore della Tenuta dell'Ornellaia ed enologo delle celebri etichette – per mettere a nudo le capacità del territorio. A caratterizzare questa zona costiera toscana un microclima sano, non c'è rischio marciume, ha precisato. E una intensità luminosa che funge da immenso specchio col mare stesso che è un levigatore degli estremi climatici e da' mineralità ai grandi rossi. Da sempre ci siamo attrezzati per vinificare separatamente 70-80 partite diverse e avere così tante diverse espressioni”.
“A Bolgheri – ha proseguito – si parla molto del Cabernet sauvignon, il vitigno del Sassicaia, ma noi in controtendenza puntiamo al 50% Cabernet sauvignon e 50% Merlot, con poco Cabernet franc che da' il meglio di sé in pochissimi territori. Siamo nati appena 30 anni fa, e facciamo tesoro delle potenzialità della denominazione Bolgheri ma anche dei nostri errori. Abbiamo potuto imparare che l'alberello è una forma di allevamento che si adatta alla siccità. Noi crediamo molto alla variabilità genetica, non è una priorità di oggi ma è il futuro. E e se il cambiamento climatico lascerà il segno sui nostri territori nei prossimi 10-15 anni noi abbiamo già un piano B”.
C.d.G.