di Gianni Paternò
Selvapiana fu trasformata durante il Rinascimento da torre di difesa a villa estiva di nobili fiorentini e nel 1826 fu acquistata dal banchiere Michele Giuntini.
Il pronipote Francesco ne divenne proprietario nel 1957 ed ebbe la lungimiranza di capire che si potevano fare grandi vini da uve di solo Sangiovese, che era importante legarne il nome ad una singola vigna per cui nacque il Bucerchiale e che questo territorio ad oriente di Firenze aveva grandi potenzialità; diventò uno degli artefici della denominazione Chianti Rufina, nata nel 1967 trasformata in Docg nel 1984. Costituisce la più piccola delle denominazioni del Chianti con soli 750 ettari ma così particolari che Luigi Veronelli ne aveva proposto invano la ridenominazione a solo Rufina.
(La tenuta)
Francesco ha condotto l’azienda fino al 97 ed ora sono i figli Silvia e Federico Masseti Giuntini a continuarne l’opera. Sono 250 ha di cui 58 a vigneti, 36 di oliveti, il resto quasi tutti a bosco in 3 comuni limitrofi: Rufina, Pelago e Pontassieve; oltre al Sangiovese hanno Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc, un angolino di Syrah e poco Trebbiano con cui si fa il vin santo. Coltivazione interamente biologica iniziata nel 1990 in un territorio collinare in spalla agli Appennini in un microclima fresco e con forti escursioni termiche giorno-notte. Dal lontano 1978 il consulente enologo è Franco Bernabei.
(Federico Masseti Giuntini)
In pratica è un’azienda in rosso, chiaramente non per i bilanci bensì per i suoi vini, si sono appena piantati viti di Chardonnay e Sauvignon blanc con cui si sta sperimentando un Pomino bianco Doc. Silvia si occupa dell’amministrazione, Federico del resto con una lunga esperienza in azione non avendo avuto voglia di completare gli studi di Agraria. La filosofia con cui producono i vini si basa su 3 principi: seguire le condizioni dell’annata, valorizzare ciò che il territorio sa dare, rispettare le caratteristiche del vitigno, aggiungendo operazioni in cantina quanto più limitate possibili, l’uso di soli lieviti spontanei, niente chiarifiche e niente chimica invasiva.
Secondo gli anni le bottiglie vanno da 250.000 a 300.000, di cui ben l’80% sono delle 2 etichette più prestigiose: Vigneto Bucerchiale e Selvapiana Chianti Rufina. Abbiamo la fortuna di assaggiare il primo, che è stato creato nel 1979, che non esiste nelle annate peggiori, che proviene dal vigneto dall’omonimo nome che comprende circa 2.000 viti di 43 anni, il resto di 19.
(Grappolo di Sangiovese)
Il 2012 meteorologicamente è stata un’ottima annata, vendemmia manuale nei primi di settembre con una resa di 60 q/ha, vinificazione in vasche di acciaio termoregolate a 30°, fermentazione spontanea con lieviti naturali, frequenti rimontaggi e macerazione per circa 30 giorni; affinamentodi 15 mesi in barrique di rovere francese di cui 10% nuove; prima dell’imbottigliamento solamente la filtrazione a cartucce e poca solforosa, in totale alla fine ne troviamo solamente 60 mg/l.
Versato nel calice il colore è rosso rubino intenso e brillante. All’olfatto deve ossigenarsi per bene sprigionando poi un’eleganza e un fascino straripanti, armonioso e rotondo con sentori intensi di viola, lamponi e marasche, con un sottofondo di pepe rosa, note balsamiche, talco e liquirizia. Al palato si conferma immediatamente l’armonia già avvertita al naso, arriva morbido, setoso per poi aprirsi con tannini estremamente ammansiti, un’acidità presente ma discreta, un bel corpo rotondo ed un finale lungo e piacevole. Un vino dalla lunghissima potenzialità di invecchiamento. Dire eccellente diventa limitante.
Verrebbe di centellinarlo a solo per gustarne profondamente i pregi, ma se per forza volete berlo a tavola non avrete che l’imbarazzo degli abbinamenti, provatelo con piatti a base di carne, con frittate, con salumi e formaggi, ma potete spingervi fino ad osare con una tagliata di tonno scottato. Sono 26.000 bottiglie che trovate a 26 euro.
Fattoria Selvapiana
Località Selvapiana
50068 Rufina (Fi)
tel. 055 8369848
info@selvapiana.it
www.selvapiana.it