di Gianni Paternò
Nero d’Avola extra dry
Una volta le cantine sociali servivano per ammassare uve e vendere vini sfusi. Oggi una cooperativa che vuole stare nel mercato deve fare vini di qualità che possano competere con quelli di una cantina padronale. E’ questo il caso di Colomba Bianca, nata nel 1970 a Mazara del Vallo, che oggi conta 2.480 soci e con gli oltre 7.500 ettari vitati è la più estesa della Sicilia, la più biologica d’Italia con 1.800 ettari già certificati, 1.000 in conversione ed un trend in costante aumento.
Per ottenere questi numeri un team imponente formato da ben 3 consulenti enologi: il toscano Andrea Bernardini, il trentino Mattia Filippi, il campano Mario Ercolino, come se non bastasse il loro enologo Carlo Ferracane collaborato da altri 7, responsabile degli agronomi Antonino Pulizzi, dei potatori Filippo Paladino. Ben 5 le cantine, perché negli anni ne hanno acquisite altre, 73 milioni di kg di uve di cui oltre il 20% biologiche. Questo per cercare di dimostrare lo sforzo e la dedizione che Colomba Bianca persegue per realizzare al meglio i suoi vini con la decennale presidenza di Dino Taschetta.
(Dino Taschetta)
Terroir diversissimi, dal bordo del mare ai 600 metri di altezza, sparsi in tutta la Sicilia occidentale con propaggini fino al ragusano, una zonazione per vigne; si investe non solo sulle strutture ma specialmente sui soci guidandoli, consigliandoli, aggiornandoli anche con corsi di potatura, con l’uso di centraline meteorologiche, con avvisi di messaggistica per indicare in tempo reale le operazioni più adatte. Con questa massiccia organizzazione nel giro di qualche anno si è portato il vino confezionato da 0 a 1,5 milioni di bottiglie oltre a tanto sfuso di qualità. Purtroppo l’imbottigliato nel passato anche recente è stato trascurato, ma ora costituisce il primo obiettivo di vendita.
(Grappolo di Nero d'Avola)
Dei vini delle 6 linee a marchio recensiamo uno degli ultimi nati: lo spumante metodo Martinotti: Lavì, un rosato di Nero d’Avola nella tipologia extra dry per rendere al meglio le caratteristiche di questa cultivar e per differenziarlo dal Lavì brut di Grillo che sta per arrivare sul mercato.
Le uve provengono dalle colline più alte con terreni di origine gessosa e calcarea, nei comuni di Vita e Salemi, un clima prevalentemente fresco con una buona escursione termica e un’ottima esposizione solare, uve selezionate, trasportate in piccole cassette e vinificate in maniera classica con lieviti selezionati impedendo di svolgere la fermentazione malolattica; il vino va in autoclave per la rifermentazione per 2 mesi e solfiti aggiunti col contagocce tanto da trovarne 50 mg/l totali.
Nel flûte il colore è un invitante rosa ramato e le bollicine sono abbastanza fini anche se evanescenti. Un naso di frutta rossa, erba secca di campo, mandorla tostata, un poco di crosta di pane, equilibrato, intenso, avvolgente. Al palato è ancora meglio: intenso, fresco, sapido, acido quello giusto, di ottima armonia, di ampia struttura, di invitante beva. Se la bottiglia la finite il giorno dopo troverete un eccellente vino rosato quasi del tutto fermo.
Spumante da ampio abbinamento a tutto pasto, dall’aperitivo alla carne, dai salumi ai formaggi fino alla media stagionatura, magari da evitare con pesce e crostacei delicati. Sono 50.000 bottiglie che in enoteca trovate a 9 euro.
Colomba Bianca S.C.
via Giovanni Falcone 72
91026 Mazara del Vallo (Tp)
tel. 0923 942747
info@colombabianca.com
www.cantinecolombabianca.it