Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Intitolata una piazza a Francesco Procopio Cutò, il gelatiere che conquistò la Francia

24 Marzo 2017
clara_procopio_1 clara_procopio_1

di Clara Minissale

È il riscatto del lavoro artigianale ma anche e soprattutto il riconoscimento del giusto merito ad un uomo che la storia descrive di grande ingegno e creatività. 

Francesco Procopio Cutò, il gelatiere nato al Capo a Palermo nel 1651, famoso per avere divulgato l’arte del gelato in Francia, dove si trasferì poco più che ventenne, ha una piazza nuova di zecca a lui intitolata a Palermo. Si trova all’interno del complesso recentemente ristrutturato denominato Area Quaroni,  in via Maqueda, a poca distanza dalla chiesa di Sant’Ippolito dove Procopio fu battezzato. Una intitolazione voluta, non a caso, dall’amministrazione comunale e da Sherbeth, il Festival internazionale del gelato artigianale, nella Giornata europea del gelato artigianale. 

Alla scopertura della targa c’era il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha parlato di contaminazione dell’identità e rispetto del passato coniugato alla diversità; c’era il direttore tecnico dello Sherbeth Antonio Cappadonia che ha sottolineato le straordinarie qualità umane e professionali di Procopio; c’era il presidente del Consiglio comunale di Palermo Salvatore Orlando che ha sostenuto questa intitolazione così come il dirigente del settore Toponomastica Michelangelo Salamone; c’era Luciana Polliotti, giornalista e storica del gelato, che ha raccolto le fonti storiche che hanno permesso di conoscere a fondo la figura di Procopio; c’era Davide Alamia di Ad Meridiem, la società palermitana che ha ideato e organizza lo Sherbeth e che ha scommesso già nel 2007, primo anno del Festival, sulla figura di Procopio. 

Il gelatiere palermitano non solo ha divulgato l’arte del gelato nel Seicento, quando a potersi permettere questa leccornia erano solamente i nobili, ma ha democratizzato la conoscenza del sorbetto (da cui Sherbeth prende il nome), valorizzando la cultura di un intero popolo attraverso la creazione del caffè Le Procope a Parigi, per il quale il re Luigi XIV gli concesse la patente reale per la produzione esclusiva di “acque gelate”. Ma è a Palermo che Procopio Cutò ha imparato l’arte di fare i sorbetti e i gelati e quando, nel 1672, è emigrato a Parigi, ha portato con sé non solo la sua sorbettiera, ma la cultura di un intero popolo, insieme con intelligenza, creatività, coraggio, curiosità intellettuale. 

Il locale che ha creato a Parigi offriva vini e distillati, rosoli a base di finocchietto, anice, coriandolo, aneto e cumino, “acque ghiacciate” (le granite, allora completamente sconosciute in Francia) e sorbetti a base di ambra e muschio, zafferano, infusi di fiori e di frutta. La sua capacità di mescolare tra loro le spezie, la novità dei suoi sorbetti fino ad allora consumati esclusivamente dalla nobiltà parigina, hanno trasformato Le Procope nel locale in cui tutti volevano andare. Qui si discuteva di arte, di letteratura, di scienza. Si incontravano Racine, La Fontaine, Regnard. Monumento nazionale francese, Le Procope è tuttora funzionante nello stesso luogo in cui nel 1686 Francesco Procopio Cutò lo ha fondato e si possono ammirare ancora gli arredamenti originali. 

Al tempo della nascita di Procopio, la Sicilia possedeva già tutti gli elementi necessari alla creazione del sorbetto: neve e ghiaccio sui massicci montuosi, sale marino e poi zucchero, fiori, spezie e agrumi. Partendo da quegli stessi ingredienti, dopo l’intitolazione della piazza, i maestri gelatieri del Festival Internazionale del Gelato Artigianale hanno offerto una dimostrazione della preparazione di alcuni sorbetti con macchinari storici.