Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 106 del 26/03/2009

IL PROGETTO Casari tra le sbarre

26 Marzo 2009
formaggio formaggio

IL PROGETTO

Iniziativa dell’Istituto zooprofilattico, finanziata dal Rotary al carcere Pagliarelli di Palermo. I detenuti imparano a produrre pecorino, primo sale, caciocavallo, ricotta e mozzarella

Casari tra le sbarre

Si prospetta un futuro da produttrici di formaggio e miele per alcune detenute del carcere Pagliarelli di Palermo. Prima il successo con il miele, prodotto l’anno scorso e messo in vendita a Natale, ora tocca al formaggio. E la  prova è stata superata anche questa volta.


Cinque detenute, provenienti da Paesi in via di sviluppo, hanno prodotto ben cinque tipi di formaggio che ieri sono stati presentati e degustati dai rappresentanti del Rotary Club Palermo e dell’Istituto zooprofilattico siciliano, presieduto da Andrea Riela.
I formaggi sono stati creati nell’ambito delle attività di formazione per l’apprendimento delle tecniche di caseificazione a cui hanno partecipato le ragazze straniere. Dalle loro mani sono nate forme di pecorino, caciocavallo, primo sale, ma anche ricotta e mozzarella. Il progetto è stato organizzato dalla casa circondariale Pagliarelli in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia e con il finanziamento del Rotary Club.
Nel corso della mattinata non solo si è potuto degustare il formaggio e vedere le tecniche di produzione, ma è stato anche dedicato un momento alla degustazione del miele. Da tempo, infatti, all’interno del Pagliarelli, i detenuti hanno la possibilità di seguire anche un corso di apicoltura organizzato dalla Fai (Federazione apicoltori italiani), nell’ambito di un programma promosso dal ministero della Giustizia d’intesa con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Tutte iniziative che verranno riproposte sia per il successo che hanno riportato, ma soprattutto perché hanno l’obiettivo di agevolare l’inserimento lavorativo e sociale di queste ragazze provenienti da Paesi in via di sviluppo.
A curare l’intero progetto è stata Maria Luisa Scatassa, direttore dell’area assistenza alle produzioni dell’Istituto. I formaggi prodotti saranno consumati all’interno del carcere, ma non solo. Infatti si aprono altre porte ai detenuti del Pagliarelli, quelle del commercio, grazie ai grandi spazi verdi presenti, c’è la possibilità di diventare piccoli produttori, con l’allevamento di animali e la coltivazione di alberi da frutto e orti.

Aurora Pullara