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L'iniziativa

Rinasce lo storico “Vini & Olii” dei primi del ‘900: l’antica vineria rivisitata in chiave moderna

09 Marzo 2017
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(Emanuele Broccatelli – ph Livia Mucchi)

di Alessandra Flavetta

E’ un ritorno alle origini quello della famiglia Santarelli, fondatrice dell’Azienda “Casale del Giglio”, che nel centro di Roma, a piazza Capranica, a pochi passi da Montecitorio, ripropone lo storico “Vini & Olii” di inizio ‘900 (progetto di Maurizio Bistocchi). 

Qui, nell’atmosfera tradizionale ed essenziale dell’antica vineria, rivisitata in chiave moderna, protagonisti sono una carta dei vini del territorio, con una selezione di bollicine e vini italiani, champagne e vini esteri, una carta degli oli laziali e di prodotti artigianali locali, coniugati dalla sapiente mano dello chef Alessandro Cecere, che vivifica la tradizione culinaria romana con la sua esperienza di cucina internazionale (Becco e San Domenico di New York, Grand Hotel Quisisana di Capri, Hotel De Russie di Roma). 


(ph Livia Mucchi)

Lo stile industriale dell’ambiente è reso caldo e familiare dalla ristrutturazione (curata dagli Architetti Dacomo & Leonardi di Asolo) della originaria bottega ospitata nel rinascimentale Palazzo del Collegio Capranica, dei Marchesi Capranica. A creare il fascino dell’enoteca, chiamata “Collegio” in onore della location, sono le scaffalature in ferro per le bottiglie e le vetrine originali dell’epoca. Il banco bar realizzato in legno di recupero e marmo rosso di Verona, dove opera Emanuele Broccatelli con i suoi cocktail d’autore affinati in bottiglia e proposte dal mondo come il Kanpai (Giappone) e Na Zdorovie (Russia). E il “Chiosco” della gastronomia, a vista, dove troneggiano i formaggi ed i salumi di Amatrice. 


(Alessandro Cecere – ph Livia Mucchi)

Infatti la ditta di famiglia fu fondata nel 1914 dal mercante di vini Berardino Santarelli proprio ad Amatrice, estendendosi poi a Roma, mentre sarà il nipote, Dino Santarelli, che imbottigliava vini del Lazio, a fare il salto di qualità dal commercio alla produzione, costituendo nel 1967 l’azienda “Casale del Giglio” a Le Ferriere, in provincia di Latina, nei pressi dell’antica città “Satricum”.  Ai tempi, ricorda Antonio Santarelli, figlio di Dino, a cui si deve il rilancio del Vini ed Olii di famiglia (lasciato per anni in gestione a Mario Rispoli), “si bevevano 140 litri di vino pro capite, contro i 50 litri odierni”. Dalla quantità alla qualità, Antonio è promotore della ricerca enologica che dagli anni ‘90 ha fatto crescere Casale del Giglio, con l’enologo trentino Paolo Tiefenthaler e il Professor Attilio Scienza.


(ph Livia Mucchi)

Il legame con Amatrice, però, non si è mai spezzato e, anche per trovare nuovi sbocchi commerciali ai prodotti locali dopo il terremoto, al “Collegio” di piazza Capranica hanno la loro seconda casa Ernesto e Fabrizio Berardi, storica famiglia di Amatrice, che tra i salumi tradizionali producono anche le famose mortadelle di Campotosto (l’Aquila), note anche come “coglioni di mulo”.

Nel menù, tra Gricia, Amatriciana e Fettucine al ragù di agnello, spiccano gli gnocchi ricci, piatto tipico del reatino, che una signora di Amatrice “struscia” a mano nelle cucine del “Collegio”. Ma la famiglia Santarelli vuole fare di più per il natio borgo martoriato. Così, ora che “Casale del Giglio” sta puntando sui vitigni autoctoni, che mancavano nell’agro pontino bonificato dal Duce, Antonio vuole rilanciare ad Amatrice – che fino al fascismo era in provincia dell’Aquila, prima di passare alla nascente provincia di Rieti – la produzione del vitigno Pecorino. “Il fine ultimo, è quello di spumantizzare un Pecorino – racconta durante l’inaugurazione del “Collegio” per la stampa – e fare anche nel Lazio bollicine di alto livello, ora che con dei soci trentini abbiamo acquisito una partecipazione in “Opera”, vitivinicola in Valdicembra, che fa parte della nostra gamma”.