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L'evento

La “gita” al mercato, menu a sorpresa e la cena: Terre di Shemir Day è sempre super

02 Marzo 2017
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L'azienda di Francesco Pellegrino presenta le nuove annate di vino e olio in una serata-evento. Il Grillo, quest'anno, è davvero molto buono


(Gaetano Basiricò, Damiano Nigro, Francesco Pellegrino, Michelangelo Citino, Stefano Mazzone e Pino Cuttaia)

di Gianni Paternò

Buona la prima, migliore la seconda, ottima la terza. Parliamo di quello che abbiamo definito “Terre di Shemir Day” e che è destinato a perpetuarsi negli anni futuri, magari sempre più arricchito ed interessante. 

E’ l’evento che la famiglia Pellegrino, titolare di Terre di Shemir, l’azienda che produce tra i migliori extravergini d’Italia e da qualche anno anche vino, organizza per alcuni fortunati giornalisti ed amici e si conclude con una cena da ricordare, iniziata a 6 mani il primo anno ed ora arrivata a ben 10. La cena si svolge al Serisso 47, il ristorante gourmet di Gaetano Basiricò che per l’occasione è stato affiancato da Pino Cuttaia, bistellato de La Madia di Licata (Ag), Damiano Nigro dello stellato Villa d’Amelia a Benevello (Cn), Stefano Mazzone chef del ristorante gourmet Rendez-Vous del Grand Hotel Quisisana di Capri a cui quest’anno si è aggiunto Michelangelo Citino che ha reso il Michelangelo Restaurant a Linate tra i più apprezzati ristoranti aeroportuali.
 
Sono 21 anni di Terre di Shemir che Francesco ha trasformato in un’azienda familiare dando spazio alla figlia Irene, enotecnica, e al genero Salvatore Di Trapani. L’evento ha costituito l’occasione per comunicare la riorganizzazione totale del settore vino con l’ingresso come socio dell’enologo Dino Croce. I vini di Terre di Shemir passeranno così da 10 a solamente 4 etichette, 2 bianchi già pronti per il mercato e 2 rossi che ancora sono in affinamento. Nella cena sono stati serviti l’Erede, un grillo e il Sedire, grillo e zibibbo, due vini già entusiasmanti, ricchi di profumi, espressioni di eleganza, equilibrati, che invogliano a bere piacevolmente anche per il grado alcolico ridotto; abbiamo anche assaggiato il Paradiso di Lara, un nero d’Avola spillato dalla botte che già promette grandi sensazioni.


(Dino Croce ed Irene Pellegrino)

Il Day è cominciato la mattina con la visita al mercato per scegliere gli ingredienti da utilizzare, è continuato nel pomeriggio in cui i 5 cuochi hanno impostato i piatti, in una specie di divertimento, di gioco di squadra, dove l’uno aiutava e magari consigliava l’altro. La cena si è svolta nella piccola sala riccamente e con originalità addobbata per l’occasione da Luciano e Stefania Giorgio, titolari di Marino Fiori a Rivoli (To) specializzati nell’allestimento floreale e decorativo di eventi.

Si è iniziato con un assaggio del particolare ed equilibratissimo salmone Upstreamsalmons di Claudio Cerati che proviene dalle isole Fær Øer ed è affumicato con legni italiani.

 

Il padrone di casa Gaetano Basiricò ha servito come entrée: “uovo sbattuto, qualeddu fritto, pan tostato all’aglio di Nubia”, uovo cotto al vapore a cui si aggiunge il ravizzone, una verdura selvatica simile ai friarielli, saltato in padella e posto anche a foglia croccante intera. Splendido per esecuzione e gusto.

Da Pino Cuttaia: “Terra”, un nuovo piatto che lo chef ha creato quest’anno per rappresentare un gusto domestico con prodotti legati alla terra: bietole, aglio, cipolla, topinambur, tartufo e lumache questa volta sostituite con i cannolicchi di mare che vivono abbarbicati nella sabbia. Piatto impeccabile nell’esecuzione e nell’originalità.

E’ la volta di Michelangelo Citino: “Risotto come un couscous” speziato e profumato come se fosse il piatto arabo. Risotto mantecato con cardamomo e buccia di limone a cui nel piatto sono aggiunte 4 salse: alle erbe, alla ricotta ovina, alle acciughe, alle teste di gambero, il cui corpo era messo a crudo. Indimenticabile.

Stefano Mazzone ha proposto “Pesce spada alla palermitana”. Preparazione semplicissima e quindi rispettosa della materia prima: lo spada panato in padella, un agretto di pomodorini marsalesi con l’aceto forte di casa Pellegrino, una maionese leggera aromatizzata all’origano. Sublime.

Il piemontese di adozione Damiano Nigro non poteva fare che un piatto di carne: “Bollito affumicato” quindi Langhe ma incrociate con il gusto siciliano: la carne bollita è stata affumicata con la legna di ulivo, accompagnata con salsa tartara, salsa verde ed una purea di patate, decorata da scaglie di bottarga per dare sapidità ed arricchirla col gusto del mare; un bricco del brodo da bere lo completava. Fusion da ricordare.

Dessert preparato in equipe: strufoli di cannolo con crema di ricotta, julienne di arancia, spicchietti di mandarino e gelato al cioccolato. Degna conclusione.

Superfluo aggiungere che tutti i piatti sono stati allestiti con oli U’ Trappitu Intenso e Delicato di Terre di Shemir che sono riusciti ad arricchire le preparazioni con la loro eccelsa qualità che i Pellegrino sono  riusciti ad ottenere anche in un’annata che per l’olivo non è stata delle migliori.


(Francesco Pellegrino)

Francesco Pellegrino ha chiuso la serata con i ringraziamenti ed un arrivederci al prossimo anno, chissà cosa si inventerà.