(Francesco Liantonio, Lucia Nettis e Maurizio Forte)
di Alessia Davì
La Puglia sbarca in America e lo fa con un successo strepitoso che porta alla ribalta il variegato mondo dei rosati pugliesi.
Sarebbero i giovani millennials, i nuovi influencer, che mangiano bio ma si definiscono digitali, che in campo enologico stanno sovvertendo i gusti del mercato americano ad avere puntato l'attenzione sui rosati pugliesi. Un'inversione di tendenza rispetto ai loro padri, che continuano a bere i vini di sempre, che oggi regala alla Puglia i primi tre importanti accordi commerciali con altrettanti grossi importatori americani. Al punto da aver ammaliato anche un top sommelier eclettico come Charlie Arturaola, considerato uno dei 10 migliori palati dell'American Sommelier Association, inventore anche della figura dell'attore sommelier.
I rosati piacciono sempre di più e hanno tutte le possibilità per sfondare nel mercato americano. Una rivalutazione confermata dall'ingresso dei rosati nella carta dei vini dei locali e dalle sempre più numerose degustazioni guidate organizzate nei ristoranti americani. Riflettori americani accesi dunque su questa tipologia enoica, sono stati infatti Jeff Porter, beverage director dei ristoranti di Joe Bastianich negli Stati Uniti ed Eric Guido, wine director del Marketing Morrel Wine Group, che durante la settimana americana, hanno sottolineato il crescente interesse verso il vino rosato da parte di tutti i consumatori, semplici winelover o esperti del settore.
(Charlie Arturaola e Lucia Nettis)
Verrebbe da dire cinquanta sfumature di rosa per raccontare il variegato mondo dei rosati pugliesi, un ventaglio di sfumature che corre dal grigio e dal rosa cipria, fino alle tonalità più intense del corallo scuro, che ha tutta la grinta e le caratteristiche per affermarsi prepotente e vigoroso sul grande mercato americano e non solo. Basti pensare che, se in Francia i rosati sono prodotti da 15 vitigni, per lo più internazionali, in Italia i vitigni autoctoni utilizzati sono oltre 550, con quasi 450 denominazioni diverse. “Anche in questo – commenta Lucia Nettis, presidente dell'associazione “Puglia in Rosè” – la Puglia ha un suo punto di forza strategico, con la varietà dei vitigni autoctoni: Bombino Nero, Nero di Troia, Primitivo, Negroamaro. Sia Porter che Guido sono convinti che il mercato americano sia pronto a ricevere i vini rosati pugliesi, ma anche di come la formazione del consumatore sia un punto fondamentale per il successo di questi vini in America”.