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L'azienda

San Pellegrino rivoluziona lo stabilimento: 90 milioni di euro per la “flagship factory”

15 Febbraio 2017
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di Michele Pizzillo

3,6 miliardi di bottiglie vendute nel 2015 a San Pellegrino non sono sufficienti per soddisfare la richiesta che arriva dai consumatori di 150 paesi dove è veramente ambasciatore dell’italianità nel mondo. 

Così, nel quartier generale della società che controlla il gruppo, Nestlè, in Svizzera, hanno deciso che è arrivato il momento di mettere mano allo storico stabilimento di San Pellegrino, sicuramente per aumentare la produzione – calcolata per i prossimi anni attorno al 25% -; ma, anche, per incrementare i flussi turistici verso queste zone e invogliare i consumatori della mitica S.Pellegrino a visitare i luoghi dove l’acqua segue un percorso che dura trent’anni prima di essere imbottigliata.

Per fare questo, il Gruppo Sanpellegrino ha deciso un investimento importante, 90 milioni di euro, e il lancio di un contest mondiale per realizzare la nuova “S.Pellegrino flagship factory” con l’obiettivo di trasformare il vecchio stabilimento in un’opera di design che valorizzi il territorio, migliori la qualità di lavoro e attragga turisti da tutto il mondo, dice Stefano Agostini, presidente e amministratore delegato del Gruppo Sanpellegrino. Vincitore del contest, come è stato svelato oggi a Milano, è lo studio di architettura internazionale BIG guidato dal famoso archistar danese Bjarke Ingels che, secondo la giuria composta dagli architetti Luca Molinari e Guido Cappellini e da Laudomia Pucci, ha puntato sui tre concetti fondamentali che i consumatori “leggono” nell’acqua S.Pellegrino: purezza, trasparenza, naturalità.

Durante la presentazione del vincitore della gara, è emerso che la nuova “S.Pellegrino flagship factory” è una bella storia italiana perché è un esempio di come si può avere attenzione per il territorio che ci ospita, ha detto Agostini e, poi, ha aggiunto Molinari, è una dimostrazione che l’eccellenza si può costruire anche in questo paese quando ci sono imprenditori e grandi aziende che investono nei territori che, per dirla con le parole del presidente Agostini, li ospitano. A questo punto è stato facile fare i nomi di Olivetti, di Ferrero, di Barilla e di tante altre medie e piccole realtà produttive radicate nelle proprie terre.

Dell’operazione S.Pellegrino va rilevato l’aspetto comunicativo. Nel senso di veicolare l’attenzione del consumatore non tanto sul prodotto, quanto sul luogo di produzione. Secondo l’architetto Cappellini raccontare – e fare vedere – una fabbrica ben disegnata e ben inserita nell’ambiente circostante, è un veicolo di promozione straordinariamente efficace e, per alcuni prodotti alimentari, è addirittura fondamentale. Il vantaggio dei prodotti italiani esportati è che ognuno di loro ha qualcosa da raccontare. Se poi aggiungiamo un pizzico di estetica, aggiunge Laudomia Pucci, image director di Emilio Pucci, facciamo capire che i nostri prodotti non nascono per caso, ma sono frutto dell’inventiva e di un lavoro serio di cui si possono percepire i percorsi solo visitando i luoghi di produzione.

Con la simbolica posa della prima pietra – a Milano, nel moderno palazzo appena costruito per ospitare la Fondazione Feltrinelli – della Factory destinata ad essere il fiore all’occhiello del nostro Gruppo, dice Agostini, “consolidiamo il nostro ruolo di ambasciatori del Made in Italy attraverso il racconto di un bene straordinario e non delocalizzabile quale l’acqua minerale”. Ma la nuova Factory nasce anche nell’ottica di un rapporto virtuoso con le comunità locali, verso cui il Gruppo Sanpellegrino da sempre si pone in una posizione di ascolto, sostegno e cooperazione. Il progetto, che prevede un investimento complessivo di 90 milioni di euro, interesserà infatti i territori di San Pellegrino Terme e Zogno e si pone l’obiettivo di armonizzare l’estetica dello stabilimento con l’ambiente circostante e creare i presupposti – logistici e culturali – per valorizzare la vocazione turistica della Valle Brembana quale luogo di origine dell’acqua minerale emblema del gusto e dello stile italiano. E, così, ha incassato i ringraziamenti dei sindaci delle cittadine interessate (Vittorio Milesi, di San Pellegrino Terme e Giuliano Ghisalberti di Zogno) perché la nuova fabbrica si inserisce nel tema dello sviluppo turistico del territorio e che la cooperazione tra pubblico e privato è il modello virtuoso per riqualificare il nostro territorio e rilanciare l’immagine di tutta la Valle Brembana nel mondo generando certamente effetti positivi sull'occupazione.

Proprio dalla Lombardia, cuore pulsante del Sistema Italia, nasce dunque un nuovo modo di intendere l’industria nel panorama italiano e mondiale. Questo progetto è anche una testimonianza concreta di come l’acqua minerale possa essere un settore in grado di trainare investimenti in aree a bassa presenza industriale e portare vantaggi economici, turistici, sociali e occupazionali per le comunità locali e l’intera Regione Lombardia.

Per la realizzazione della S.Pellegrino Flagship Factory lo studio Big sarà partner dell’azienda per i prossimi quattro anni. L’anno in corso sarà dedicato alla progettazione esecutiva mentre i lavori di costruzione partiranno nel 2018. La prima priorità è la costruzione del ponte che collegherà lo stabilimento alla variante di Zogno per passare poi a quella del parcheggio multipiano per i mezzi pesanti. Dal 2019 l’attenzione sarà concentrata sugli uffici e sulla parte nord della fabbrica e sarà costruito il S.Pellegrino Experience Lab, un luogo avveniristico dove i visitatori potranno scoprire non solo tutti i valori dell’acqua minerale ma anche rivivere il viaggio lungo 30 anni che – dalla precipitazione in quota, all’arricchimento nelle rocce, all’arrivo alla fonte – l’acqua S.Pellegrino compie prima di diventare quel prodotto che tutti conosciamo. Che, oltre a S.Pellegrino, azienda leader nel settore delle acque minerali e bibite non alcoliche (911 milioni di euro di fatturato nel 2015, pari a 3,6 miliardi di bottiglie vendute, e l’impiego di 1.500 dipendenti), comprende anche Acqua Panna, Levissima e Nestlè Vera. Il portafoglio del Gruppo Sanpellegrino comprende anche le storiche bibite come l’Aranciata Sanpellegrino, il mitico Chinò, il Cocktail e la Cedrata, la Limonata e il Pompelmo ma anche l’Acqua Brillante Recoaro e il Beltè. L’ultima novità delle Bibite è la gamma pecialità Italiane con i gusti Limoni di Sicilia e infuso di Menta Piperita del Piemonte; Arance e Fichi d’India di Sicilia; Chinotto di Sicilia e Bacche di Mirto di Sardegna. Per finire i classici aperitivi Sanbittèr, Gingerino e i nuovi Sanbittér Emozioni.