Centottantacinque aziende del Gallo Nero, per un totale di 676 etichette, 57 anteprime da botte della vendemmia 2016 e 87 Chianti Classico Gran Selezione in degustazione.
Si presenta così la “Collection” del Chianti Classico in programma il 13 e 14 febbraio alla Stazione Leopolda di Firenze (lo avevamo anticipato in questo articolo). La Collection offrirà l'occasione per discutere sul valore dell'origine del prodotto e sulla sua protezione, non solo a garanzia del consumatore ma anche a tutela del produttore. La tavola rotonda (Stazione Leopolda, 14 febbraio ore 12) “L'importanza di chiamarsi… Chianti Classico” vedrà coinvolti esponenti delle denominazioni che hanno aderito alla Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin, un'alleanza transnazionale con il fine di promuovere la tutela dei territori e dei marchi di origine, nata nel 2005 e che oggi conta 20 membri, tra cui il Chianti Classico, unico portabandiera dell'Italia.
Sul palco insieme al presidente Sergio Zingarelli, che aprirà la discussione portando il caso del Chianti Classico come esperienza italiana di valorizzazione del legame tra territorio di origine e vino ivi prodotto, interverranno i presidenti del Comité du Vin des Champagne, Jean-Marie Barillére e Maxime Tourbart, dalla Francia, e César Saldana, direttore generale del Consejo Regulador del Vino de Jerez, dalla Spagna, mentre in rappresentanza della viticoltura del Nuovo Mondo, sarà presente Harry Perterson-Nedry, fondatore della denominazione Willamette Valley Association (Oregon).
Tra i relatori anche Bill Nesto, MW e professore presso la Boston University, che ha condotto un'estensiva ricerca sulla storia del Chianti Classico e sulla sua evoluzione da territorio vocato alla viticultura, cui è dedicato il recente volume “Chianti Classico: The Search for Tuscany's Noblest Wine”.