IL CASO/2
Il patron dell’omonima cantina lascia il consiglio d’amministrazione del consorzio. “Il marchio non ha futuro senza l’ingresso di altri imprenditori”. Il presidente Tamburello: “Il Cda rimane comunque attualmente operativo”
Doc Monreale,
Spadafora
dice addio
Novità dal consorzio Doc Monreale. Francesco Spadafora, patron dell’omonima cantina del Palermitano che contribuisce alla doc con 120 mila bottiglie su un totale di settecentomila, ha infatti lasciato il consiglio di amministrazione.
“Dopo anni di tentativi eravamo arrivati ad una situazione di stallo, spiega l’imprenditore – ed ho proposto al Cda di fare un passo indietro”. Ciò avrebbe, secondo Spadafora permesso l’ingresso di grandi nomi dell’enologia siciliana. “La zona di produzione, nella provincia di Palermo, include i comuni di Monreale, Camporeale, Corleone, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela e Piana degli Albanesi – precisa Spadafora – e stiamo parlando di un territorio che comprende aziende come Rapitalà, Tasca d’Almerita che ha da poco acquisito il marchio di Sallier de la Tour, Calatrasi, Baglio di Pianetto: se non allarghiamo la base del consorzio permettendone l’ingresso a questi imprenditori la Doc Monreale non avrà un futuro”.
Così, in un momento in cui la Doc Sicilia sembra avvicinarsi sempre più, Spadafora propone, previo l’ingresso dei nuovi nomi, una Docg Monreale, che possa convivere con la nuova denominazione regionale. Ma, conclude, “per riuscirci è necessario avere un potenziale non indifferente anche in termini numerici”. La Doc Monreale, del resto, comprende una grande varietà di vini. Oltre al Monreale Bianco, Rosso e Rosato, sono presenti anche le tipologie Inzolia, Catarratto, Chardonnay, Grillo, Pinot Bianco, Cabernet Sauvignon, Nero d’Avola, Merlot, Perricone, Pinot Nero, Sangiovese, Syrah. Tutti i vini bianchi vengono prodotti anche nelle versioni Bianco Superiore e Vendemmia Tardiva, mentre per i vini rossi sono previste le versioni Novello e Riserva.
Per ciò che riguarda i vitigni, il territorio della Doc Monreale comprende circa dodicimila ettari di terreno a vigneto che producono uve bianche e nere, internazionali e autoctone. Tra queste spiccano l’Inzolia, il Catarratto, il Grillo per quelle a bacca bianca, Nero d’Avola e Perricone per quelle a bacca nera. Da parte dei produttori c’è particolare cura nei confronti della valorizzazione dei vitigni autoctoni, attraverso una continua ricerca per migliorarli, potenziarli e farne esprimere al meglio le caratteristiche. Ed è forse questo uno dei maggiori punti di forza su cui si è basata la strategia del consorzio, “il cui Cda – informa il presidente Mirella Tamburello -, rimane comunque attualmente operativo”.
Annalisa Ricciardi