Le nostre parole per il nuovo anno.
CAVOLO – FABRIZIO CARRERA
Cavoli a merenda? Perché no. La deriva salutista della nostra alimentazione ci porterà presto a smentire quello che con un detto popolare si vorrebbe considerare un'assurdità. In futuro mangeremo sempre più verdure e ortaggi, almeno nel mondo occidentale. Ed è per questo che il cavolo per me è il prodotto di questo nuovo anno appena cominciato. Cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavoletti di Bruxelles, cavolo cinese (poco conosciuto in Italia ma ne sentirete parlare), poco importa. Purché appartenga a questa famiglia molto numerosa. Non dimentichiamo che è molto versatile, nelle tante declinazioni tra specie e varietà diverse si trova tutto l'anno e a tutte le latitudini d'Italia. Metteteci che dal punto di vista nutrizionale è compatibile con le diete, ricco di fibra, sali minerali e proprietà antiossidanti da non sottovalutare. E può ispirare piatti molto succulenti. Anzi. Andrebbe mangiato spesso. Poi tra gennaio e febbraio si trova nelle forme migliori. È un cibo del futuro, è il mio prodotto dell'anno.
BACCALA' – GIORGIO VAIANA
Cosa si mangia oggi? “Baccalà”. E' in Sicilia, un modo per dire che non c'è nulla di preparato. Attenzione intanto a non confonderlo con lo stoccafisso. Vero è che si tratta sempre di merluzzo nordico, ma lo stoccafisso è essiccato, mentre il baccalà è salato e stagionato. Alimento che sta tornando di prepotenza nelle cucine di tutto il mondo e sempre più apprezzato dagli chef stellati che, da un periodo a questa parte, puntano sul recupero delle tradizioni e delle ricette della nonna. In Portogallo è un must tanto che, si dice, ci siano 365 modi diversi di cucinarlo, tanti quanti i giorni dell'anno. Un pesce versatile, da proporre in tantissime maniere, fritto, oppure alla veneta, o fatto a crema su delle bruschette (vi consiglio di provarlo, è divino). E' buono e fa bene. Perché? E' una fonte di proteine migliore rispetto alla carne: un etto di pesce, infatti, ne contiene 39 grammi in confronto ai 20 circa dell’alternativa bovina e suina. E' un pesce che ha pochissimi grassi ed è ricco di lisina, un amminoacido essenziale che il corpo umano non può da solo sintetizzare, ma anche di calcio, Omega 3/6/9 e dell’insostituibile vitamina A. Ci sarà un motivo se l'Italia è il secondo consumatore di baccalà al mondo dietro al Portogallo…
GRAPPA – ROBERTO CHIFARI
Il prodotto del 2017 è la Grappa, il motivo di tale scelta è da ricercarsi nell'essenza stessa di questo superalcolico in grado di custodire quell'idea di slow living che cerchiamo di difendere dai ritmi frenetici della quotidianità. Bere una grappa è anche un momento di meditazione e di riflessione, un modo per prendersi cura di se stessi.
ACQUA – DANIELA CORSO
Elemento indispensabile per la vita e per la preparazione di alcuni alimenti importanti per la nostra esistenza, come il pane. L’acqua è simbolo di essenzialità, di purezza e di trasparenza. Tre condizioni che troppo spesso non ritroviamo attorno a noi. L’inquinamento ambientale e gli sprechi ne fanno, inoltre, una risorsa sempre più scarsa e, per questo motivo, ancora più preziosa. L’acqua è il mio prodotto per il 2017, con l’augurio che sia un anno pulito, autentico e luminoso, come ci si aspetta da ogni cambiamento che sia orientato al meglio.
SALE – ILARIA DE LILLO
Ho scelto il sale perché in termini di origini è l'ingrediente che dà un senso alla vita, quindi a un piatto. Il sale dà sapore ai piatti e fa da radice al gusto finale che l'unione degli ingredienti genera. Cum grano salis!
ARANCIA – LORELLA DI GIOVANNI
“Sulla terra rallegrati della tua arancia amara che hai raccolto: lì è la felicità dell’animo, dove essa è presente. Ringrazia quelle parti dei rami e che le stelle siano benevole verso gli alberi. È come se il cielo avesse versato abbondantemente oro fine e la terra ne avesse formato delle sfere splendenti” (Abu I Hasan Ahmad Nasar al-Katib).
LENTICCHIA DI CASTELLUCCIO O GUANCIALE DI AMATRICE – ALESSANDRA FLAVETTA
Una scelta simbolica: La lenticchia di Castelluccio o il Guanciale di Amatrice, per aiutare economicamente i paesi terremotati.
OLIO – ANNALUCIA GALEONE
L'olio è il mio prodotto nel 2017. Quello buono, dal sentore verde che pizzica in bocca. E' uno dei simboli della mia magnifica Puglia, frutto degli ulivi in alcuni casi millenari. La loro esistenza è stata compromessa dalla diffusione della Xylella. Nonostante le estirpazioni, resistono alla sorte avversa. Sono il simbolo della pace, del coraggio, sostegno per chi non teme la paura anzi reagisce perché le proprie idee sono forti come le radici degli ulivi ben salde nel terreno.
FARINA – CRISTINA GAMBARINI
Il prodotto che per me rappresenta l'anno appena arivato è la farina. In tutte le sue forme e colori, come simbolo di elemento fondante per un'alimentazione essenziale, ma pura. Per riscoprire la semplicità e la genuinità di un cibo autentico e sobrio.
FRUTTA SECCA – FRANCESCA LANDOLINA
Tra le eccellenze della nostra isola, mi piacerebbe che la frutta secca fosse più protagonista nel 2017 e non solo in tempo di feste. Mandorla di Avola, pistacchi di Bronte e soprattutto nocciole dei Nebrodi. Queste ultime, stanno rivivendo un periodo di slancio ad opera di piccoli produttori e artigiani locali, che vorrebbero trasformarle in fonte di sviluppo economico, seppur con molte difficoltà. Vorrei solo far ricordare alcune proprietà che le rendono alleate della nostra salute. Fanno bene al cuore e sono buone. Come resistere poi davanti ad una nocciola tonda di Sicilia, apprezzata per l'inconfondibile aroma, il delicato sapore e il persistente profumo? Se poi si aggiunge del cioccolato extra fondente… cosa volere di più? Insomma consumiamo più frutta secca, la nostra, che fa bene al cuore, al corpo e al nostro piacere. A detta dei nutrizionisti poi, possiamo consumarne una piccola dose al giorno per il nostro fabbisogno energetico. Dunque nessun senso di colpa per la dieta. Più frutta secca di Sicilia nelle nostre abitudini alimentari
CALICE PER IL VINO – FEDERICO LATTERI
Il mio prodotto dell’anno è il calice da vino, ma quello giusto. Spesso il lavoro dei produttori è vanificato o sminuito dal fatto che un tipo di vino viene bevuto in bicchieri poco adatti alle sue caratteristiche. E’ importante usare calici con forme diverse creati per le varie tipologie. In questo modo saremo sicuri di esaltare al massimo le caratteristiche di ogni etichetta. E’ fondamentale trasmettere l’importanza di questo concetto a tutti quelli che bevono vino, dagli addetti ai lavori ai consumatori.
LIMONE – CLARA MINISSALE
Il limone è senza dubbio uno dei prodotti che ho consumato di più nel 2016, quello del quale non potrei fare a meno. E non perché anche io sia una fan di una delle ultime tendenze salutiste che celebra acqua tiepida e limone a digiuno la mattina, quanto piuttosto perché col limone condisco e arricchisco alcune pietanze; è indispensabile nei centrifugati di frutta, disseta aggiunto alle bevande estive e sostiene e rinforza le tisane invernali, dà il giusto sprint ad alcuni piatti. Dunque viva il limone, il mio frutto per tutte le stagioni.
OLIO EXTRAVERGINE IGP – GIANNI PATERNO’
La Sicilia dovrebbe e potrebbe vivere bene con due settori economici: il turismo e l’agricoltura. Il turismo, nonostante le sue bellezze e i suoi monumenti, non lo sappiamo fare; l’agricoltura, quella di qualità, ci riesce meglio, anche se moltissima strada dovremmo ancora percorrere specie per la commercializzazione e l’associazionismo. L’olio extravergine in Sicilia costituisce uno dei componenti agricoli più importanti per qualità e produzione e da quest’anno oltre alle 6 Dop possiamo vantare l’Igp Sicilia, che ha il pregio di racchiudere in un brand molto conosciuto ed apprezzato, quanto di meglio l’isola può produrre nel campo olivicolo. La stragrande maggioranza dei consumatori non sa cosa sia Valdemone o dove siano i Monti Iblei, invece tutti sanno cosa rappresenti la Sicilia nel campo agricolo ed alimentare. Quindi benvenuto Igp Sicilia, con l’augurio che il 2017 si manifesti come un’ottima annata e che conseguentemente possa costituire veramente l’anno di svolta per i nostri pregiati oli, di cui tra l’altro l’Isola può vantare la più ricca biodiversità.
CAFFE’ – GERALDINE PEDROTTI
Il caffè è il prodotto su cui puntare nel 2017. Sono sempre di più le aziende che hanno a cuore la riscoperta del caffè e di tutte le sue sfaccettature: dall’origine, quindi attenzione e cura al prodotto già nelle piantagioni, ai metodi di estrazione, dal più diffuso, l’espresso, a quelli meno noti come il brewing. Credo che al caffè si stia applicando la stessa attenzione che negli anni passati è stata posta sul vino e sull’olio, quindi occhi aperti perché avremo delle belle sorprese!
PINOT NERO – MICHELE PIZZILLO
“Il Pinot Nero è una varietà affascinante quanto delicata e, per questo va allevata con dedizione”, così sintetizza la nuova stagione di questo vitigno, l’erede di Augusto Giorgi di Vistarino che nel 1850 lo portò nell’Oltrepò Pavese dalla Francia. Così il Pinot Nero quasi sempre utilizzato per la produzione di bollicine, adesso si sta affermando anche come vino fermo senza intaccare eleganza e austerità che lo caratterizza. Ha dovuto attendere quasi 170 anni per conquistare i palati di consumatori già suoi estimatori come bollicina; l’attesa, adesso, è, ben ripagata dai consumatori.
BIRRA – MAURO RICCI
Bevanda antichissima e poco conosciuta nel nostro paese. Ricca di possibilità per il convivio, per il piacere quotidiano, per solennizzare momenti importanti, dare gioia e contentezza. Grande opportunità di lavoro in un contesto sociale e economico in cui ha ancora ampi spazi di crescita, soprattutto come impresa di forze giovani e appassionate.
VINO ROSATO SICILIANO – MANUELA ZANNI
Quello dei vini rosati siciliani è un mondo molto interessante ad oggi ancora a molti sconosciuto poiché, in passato, questi vini non raggiungevano dei risultati particolarmente apprezzabili. Il raggiungimento dell' eccellenza anche in questo ambito, è una strada in salita che, se ben percorsa, potrà dare tante soddisfazioni dando l’opportunità di scoprire le potenzialità delle varietà dei nostri vitigni autoctoni quali nerello mascalese, nero d’avola e perricone. Diffondere la cultura dei vini rosati di Sicilia, molto spesso lasciati nella terra di mezzo poichè schiacciati dalla indiscutibile personalità dei rossi siciliani e dalla sempre maggiore affermazione degli ottimi bianchi, consentirà di valorizzare un prodotto molto interessante che merita di essere conosciuto e apprezzato.
C.d.G.