Le associazioni di produttori vogliono trattare ed acquisire gli spazi direttamente con Verona Fiere. “Così riduciamo i costi”. Quale ruolo per l'Irvo? Si ipotizza un sorteggio per assegnare gli stand
Sembra cosa fatta. Per la Sicilia al Vinitaly cambia (quasi) tutto. Non c'è ancora l'ufficialità e per alcuni aspetti il condizionale è d'obbligo. L'unica cosa certa è che un po' di cose non saranno più come prima (come avevamo anticipato qui).
E anzi si delinea una strategia nuova soprattutto delle associazioni, Assovini Sicilia in primis, che vogliono stabilire relazioni proprie con Verona Fiere. Così come si evince dall'ultimo incontro di pochi giorni fa a Palermo con l'assessore regionale dell'Agricoltura Antonello Cracolici, i dirigenti dell'Irvo, i vertici di Verona Fiere (Giovanni Mantovani e Gianni Bruno), il direttore del consorzio Doc Sicilia e i vertici di Assovini. Ma andiamo per ordine.
COSA POTREBBE CAMBIARE PER IL VINITALY 2017
1) le associazioni (Assovini, Providi e Vitesi) tratterebbero direttamente con Verona Fiere. Assovini Sicilia avrebbe proposto all'ente addirittura un contratto per più anni. Si attendono dall'ente Fiera le tariffe. Saranno più convenienti per le aziende? Si vedrà. In ogni caso il costo comprenderà l'acquisizione dello stand più bicchieri e relativo lavaggio ed altri servizi essenziali. Ed in questo caso le associazioni pagherebbero a Verona Fiere e non più all'Irvo la partecipazione al Vinitaly.
2) alcuni produttori di vino ritengono così, dati alla mano, che sia possibile ridurre i costi di partecipazione sostenuti fino allo scorso anno. Si parla di circa 150/200 mila euro in meno.
3) è utile ricordare che le aziende che parteciperanno attraverso le associazioni di produttori, di fatto si trovano sotto l'ombrello protettivo di queste ultime che beneficiano di significativi fondi comunitari previsti dal nuovo Psr, l'ex misura 133, tanto per intenderci.
4) VeronaFiere ovviamente preferirebbe trattare con un unico interlocutore. Ma di fronte alla possibilità di riscuotere subito senza ritardi (è ancora creditrice di pagamenti per edizioni passate) potrebbe essere invogliata ad accettare.
(Antonello Cracolici, Giovanni Mantovani e Gianni Bruno)
5) il padiglione 2 è fuori discussione. Almeno per il momento. Ed è un fatto importante. Da più parti si ritiene che quella posizione per la Sicilia del vino è ritenuta assolutamente strategica all'interno del Vinitaly.
6) all'Irvo, se le associazioni tratteranno singolarmente con Verona Fiere, potrebbe rimanere il compito di fare da trait d'union per le cantine non rappresentate da associazioni e per altri enti. Vedi per esempio la partecipazione al Vinitaly della Camera di Commercio di Catania che raggruppa alcune aziende dell'Etna.
7) l'assessorato regionale è disposto a scommettere ed investire per avere un proprio spazio istituzionale all'interno del padiglione 2. Ma potrebbe essere sempre l'Irvo, di concerto con l'assessorato, a guidare il coordinamento di questo spazio. Restano da stabilire contenuti e modalità.
8) se le trattative saranno condotte dalle singole associazioni come saranno distribuiti gli spazi? Chi avrà lo stand all'ingresso e chi nelle retrovie del padiglione 2? Potrebbe essere affidato tutto a un sorteggio che organizzerebbe sempre l'Irvo.
9) ancora oggi solo poche aziende hanno mandato le adesioni all'Irvo per il prossimo Vinitaly. Nessuna adesione da parte delle cantine di un'associazione. È il segno che cambierà (quasi) tutto.
Alla fine di tutto emergono due aspetti: la necessità di conciliare tutto spendendo meno perché minori sono le risorse. Ed è una prospettiva che piace molto all'assessore Cracolici. E poi la difficoltà di ritagliare un ruolo all'Irvo, il quale svuotato dalla missione del Vinitaly vede scricchiolare il proprio futuro. Le associazioni che assemblano le cantine sono ancora disposte a riconoscerlo?
C.d.G.