(Attilio Scienza e Maria Antonietta Pioppo)
“C'è una Malvasia in ogni porto”. Con questa frase il professor Attilio Scienza, esperto di viticoltura a livello nazionale ed internazionale, ha inaugurato il primo seminario degustazione organizzato a Palermo, presso l'Excelsior Palace hotel, sulle Malvasie d'Italia e del mondo.
Ideatrice del tasting, nonché guida della degustazione, è stata Maria Antonietta Pioppo, presidente per la Sicilia occidentale della Fondazione Italiana Sommelier. Una batteria con undici referenze, ciascuna con le proprie caratteristiche e più che esemplari del proprio territorio. Dalla Malvasia di Lanzarote, El Grifo 2015, secco, elegante e contraddistinto da una notevole freschezza al Viñátigo 2008 di Tenerife Ycoden Daute Isora (degustato un sequenza successivamente), con la parte alcolica più espressa rispetto alla parte della freschezza.
Continua la rassegna con un'altra versione secca della Malvasia, questa volta dei Colli Piacentini, Donna Luigia di Torre Fornello 2015, un tripudio di profumi floreali non una nota di rosa appassita predominante. Segue, in anteprima assoluta in Italia, il Tezoro di Crvik, una Malvasia dalmata, raffinato all'olfatto con profumi floreali e una nota minerale che ritornano piacevolmente al gusto, rilasciando il palato fresco e pulito. È il momento della Malvasia Istriana, Dis Cumieris di Vie di Romans, annata 2010 (una vera e propria rarità). Ricco, evoluto ed elegante all'olfatto, con note di tostatura è una persistenza piacevolissima. Ci spostiamo in Sardegna per assaggiare le due versioni di Malvasia di Bosa, Alvaréga, in versione riserva, dalle note ossidative ben marcate, quasi a ricordare uno Sherry o un Marsala secco e Salto di Coloras, dal profilo diverso, contraddistinto dalla freschezza e sapidità ben dosate.
Completano la batteria, le de Malvasie delle Lipari, Capofaro 2015 di Tasca D'Almerita, un esemplare della categoria, grande eleganza data da una complessità olfattiva delineata da un'alternanza di sentori che richiamano tutta la macchia mediterranea e un profilo gustativo che contraddistingue il suo perfetto bilanciamento tra alcolicità e freschezza; La versione Passito di Lantieri, 2010 conquista per la sua dolcezza, oltre che per la sua raffinatezza, con una dominante fruttata che richiama in primis l'albicocca e tutti i profumi del territorio che stabiliscono il suo corredo. Dalla Calabria, il Greco di Bianco 2006, anch'esso un raro esemplare, che ha conquistato per il suo carattere deciso, dalle marcate note balsamiche, di miele e, a chiusura, la parte della freschezza ben espressa da una parte astringente.
Non sono mancati gli interventi di alcuni produttori tra cui Cosimo Canturi di Capo Zefirio e Paola Lantieri di Punta dell'Ufala.
C.d.G.