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L'azienda

Da ferramenta ad enoteca: “Il nostro Cavatappi vi fa fare il giro del mondo con i vini”

15 Novembre 2016
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(Ludovico Ercolani, Eleonora Baldassini e Francesco Contardi)

di Fabiola Pulieri

A volte la chiave che apre la porta del successo è essenziale forgiarsela da soli e se è necessario anche rilevare un'intera ferramenta. 

E' quello che hanno fatto due giovani ragazzi di Roma Francesco Contardi e Ludovico Ercolani che in zona Flaminio, da quattro anni a questa parte, aprono le porte della loro Enoteca a curiosi, winelover, appassionati, ma anche semplici passanti che ancora si affacciano per chiedere “la ferramenta non c'è più?”. La ferramenta stava lì, in via Fracassini 9/b, da oltre cinquant'anni e non era possibile sradicare un pezzo di cuore del quartiere. Per questo motivo con attenzione e amore verso un luogo sacro per tanti, e ora anche per loro, Francesco e Ludovico, hanno deciso di ricreare un posto magico e accogliente, dove sentirsi come in una bottega, dove entrare per fare una semplice domanda e fermarsi a parlare per ore.

Tra una risata, una chiacchierata e la proposta di un buon bicchiere di vino è impossibile non restare affascinati da questa enoteca bistrot d'altri tempi: il Cavatappi. E' su due piani più un seminterrato dove ai piani superiori ci si rilassa, si degusta e si possono acquistare bottiglie di cantine più o meno note, italiane ed estere, per lo più biologiche e biodinamiche, mentre nella sala al seminterrato si svolgono eventi culturali ed enogastronomici, presentazioni di libri o degustazioni guidate.

Immerso in un arredamento in stile parigino, ricercato e accogliente, da bravo bistrot che si rispetti, il Cavatappi alle proposte ricercate e selezionate di vini nazionali e internazionali affianca un'ottima cucina curata da Francesco Ricci, abile cuoco, che prepara deliziose pietanze e sfizi da gustare anche a cena: affettati, hamburger gourmet, scamorze al cartoccio, formaggi, lasagne, cous cous e pollo al curry.

L'occasione per andare in enoteca ad acquistare una buona bottiglia non manca, ma al Cavatappi da qualche settimana, con l'arrivo di una giovane sommelier, si può partecipare anche a serate organizzate per imparare a conoscere e degustare il vino. E' ciò che è accaduto qualche sera fa in un interessante “eno-giro del mondo” con protagonisti sei vini internazionali ed uno italiano, degustazione guidata che è stata un grande successo e sarà infatti replicata. La serata a cura della giovanissima sommelier Eleonora Baldassini, 26 anni, allieva di Daniele Cernilli e studentessa di enologia, è stata molto accademica, tesa a far conoscere e apprezzare, agli oltre venti amanti e appassionati del vino che hanno partecipato, sei bottiglie straniere e un vino italiano inizialmente “nascosto” svelato solo dopo la mescita.

La serata dal titolo “Il giro del mondo in 6 vini più uno” è iniziata con la degustazione del Marlborough Sauvignon Blanc – Dusky Sounds, vino Neozelandese, minerale, fresco e fruttato con sentori vegetali che rispecchiano il territorio alluvionale e roccioso in cui crescono le viti di Sauvignon blanc nella parte sud dell'isola. La raccolta di questi grappoli avviene in modo manuale e con una pressatura delicata. La fermentazione è in acciaio e il tappo è a vite.

Il secondo vino degustato è stato “alla cieca”, cioè con la bottiglia interamente coperta per non dare alcuna indicazione. Dopo la mescita e l'assaggio si è scoperto essere un vino italiano, il Salidoro 2014 Monferrato Bianco Doc, blend di due vitigni internazionali: Chardonnay e Sauvignon Blanc. Vino di Tenuta Santa Caterina ottenuto da vigneti biologici che crescono a 300 metri sul livello del mare e che affondano le loro radici su suolo di origine marino, dove sono stati ritrovati reperti di conchiglie e sabbia. Un vino sapido e dal colore dorato brillante da cui il nome Salidoro.

Con il terzo vino si è passati ai rossi iniziando da un Pinotage del Sud Africa, il Cape Dreams del 2015. Il pinotage è il vitigno più rappresentativo di tutto il Sud Africa nato da un incrocio tra pinot nero e cinsault creato all’inizio del '900, che ha unito la classe del primo e la resistenza del secondo e nell’arco di un cinquantennio si è affermato in tutta la nazione. Cape Dreams è una cantina che si trova a poco più di cento chilometri a nord di Città del Capo, nel cuore della Robertson Valley, anche conosciuta come la valle delle rose e del vino, una zona molto ventosa, con venti forti che spirano dall'Oceano e con un terreno argilloso che non gela mai. Questo vino ha sentori di frutti rossi, cacao, vaniglia e pepe nero e un gusto fresco e ben definito.

Il quarto vino degustato è stato il Marraso Malbec 2014. Anche in questo caso come nel precedente l'assaggio è stato mirato alla conoscenza del vitigno più rappresentativo dell'Argentina: il Malbec. Il Marraso 2014 è un vino elegante con sentori di ginepro, mirto e tannini molto intensi e pronunciati.

Continuando il giro dei vini più rappresentativi del mondo, dopo l'Argentina è stata la volta del Cile e il quinto vino degustato è stato il Carmenere Ventisquero Reserva 2014. Il Cile è il più antico paese vinicolo dell'emisfero meridionale con una storia vitivinicola travagliata almeno quanto quella politica. Dopo anni in cui i cileni impararono a coltivare le viti come si fa in Europa e un periodo in cui si iniziarono ad importare in Cile viti francesi per iniziare una produzione seria, una campagna governativa contro l'alcolismo vietò alla popolazione cilena di bere vino e solo nella seconda metà del '900 si ricominciò a coltivare vitigni internazionali per puntare ai mercati esteri. In Cile il clima è molto simile a quello mediterraneo e attualmente la zona vinicola più prestigiosa è la valle del Maipo, dove però ci sono forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Il Ventisquero Reserva è un blend di Carmenere e Syrah, secco e pepato.

Gli ultimi due vini in degustazione sono stati: il Tempus Two Sirah 100% – Silver Series del 2013, un vino della zona sud-orientale dell'Australia e il Zinfandel Wente Beyer Ranch 2013, vino della California. Il primo, il vino australiano, un Sirah in purezza, o Shiraz come lo chiamano in Australia, vitigno che a seconda di dove è coltivato cambia: nelle zone più calde assume sentori di prugna, liquirizia e tabacco, in quelle più fresche di pepe. Parzialmente fermentato in botti americane e con il tappo a vite.

L'ultimo vino invece è stato quello californiano, lo Zinfandel con lo stesso patrimonio genetico del primitivo, probabilmente arrivato in America grazie ad un orticoltore che ha ricevuto per primo le spedizioni di viti dall'Austria. Un vino, questo Wente Beyer Ranch, proveniente da tre diversi vigneti di zinfandel in cui le uve vengono raccolte quando sono molo mature per accentuarne il sapore. Ogni varietà viene fermentata separatamente in acciaio e il vino è poi affinato per 20 mesi in botti neutre americane e francesi.

Tanti i prossimi appuntamenti al Cavatappi tra cui quello del 18 novembre prossimo, per una serata in cui il viticoltore Stefano Milanesi, che nell'Oltrepo' Pavese lavora da sempre nel rispetto della natura spingendosi oltre i dettami dell'agricoltura biologica, porterà in degustazione uno spumante metodo classico Pinot Nero 100 %, un Poltre Rosso e un Neroir Pinot Nero 100 % vinificato in rosso in vasche di cemento, il tutto accompagnato sempre dagli ottimi piatti di Francesco Ricci.
 
Il Cavatappi Enoteca Wine Bar Bistrot
Via Cesare Fracassini, 9/b
00196 Roma
Aperto lun/ven 12,00 – 01,00
sab/dom 18,00 – 01,00
Tel. 06 3215581
Ferie: variabili
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no