Il paradosso dell’Expo, quello dei produttori siciliani che hanno preso parte all’evento milanese lo scorso anno. Che hanno pagato per essere presenti, ma che hanno anche messo a disposizione prodotti, uomini e competenze che vanno retribuiti.
In totale sono 300 gli imprenditori che attendono la bellezza di 2,6 milioni di euro. Soldi che ci sono, in un conto specifico predisposto dalla Regione Siciliana e che basterebbero a pagare quanto dovuto. Ma i mandati di pagamento, prima predisposti, poi cancellati, sono finiti in un limbo senza fine di commissioni, autorizzazioni, sedute all’Ars. E a farne le spese sono gli stessi imprenditori. Che attendono i loro soldi. Tra questi, uno di loro, che attendeva 500 mila euro, ha fatto emanare un decreto ingiuntivo. Subito la Regione Siciliana ha emesso il pagamento. Ed appare strano. Visto che i soldi sono stati prelevati da quel conto dedicato all’Expo che al momento risulterebbe bloccato. Ieri all’Ars è stata l’ennesima bagarre. Insomma i soldi ci sono, ma alcuni deputati stanno mettendo i bastoni fra le ruote per non far sbloccare questi pagamenti (tra questi gli onorevoli Fontana, Cancelleri e Milazzo).
La verità, forse, è che molti deputati non abbiano chiara la vicenda. Infatti l’allora commissario dell’Expo per la Sicilia Dario Cartabellotta aveva ottenuto dalla ragioneria l’apertura di un conto dedicato proprio all’evento milanese. Alla fine dell’Expo, aveva preparato i mandati. Ma questa mossa non era piaciuta prorpio a tutti: “Non ne ha le competenze”, avevano tuonato. Cartabellotta si era messo da parte, chiedendo però di accelerare le procedure. Si era così raggiunta un’intesa: serviva un’analisi della II commissione. Tra sedute deserte e rinvii (almeno cinque negli ultimi tempi) è trascorso oltre un anno. Tra le richieste assurde anche quella di un decreto legge per modificare il Bilancio e sbloccare i pagamenti. Senza però ricordarsi che i soldi, più di quelli necessari sono dentro ad un conto custodito gelosamente. E gli imprenditori continuano ad attendere.
C.d.G.