Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Vino novello, da oggi la vendita libera: ma è record negativo di bottiglie immesse sul mercato

31 Ottobre 2016
vino_novello vino_novello

In Francia invece, il “deblocage” avverrà solo il 17 novembre

Via libera alla vendita e al consumo del vino novello Made in Italy, il primo ad essere consumato della vendemmia 2016. 

Lo rende noto la Coldiretti, nel sottolineare che l'avvio della commercializzazione a partire da domenica 30 ottobre è stato disposto da decreto del ministero delle Politiche agricole. La produzione si colloca quest'anno al minimo storico di due milioni di bottiglie – osserva Coldiretti – con il “deblocage” che in Italia è anticipato di quasi tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà assaggiare solo dal 17 novembre. La produzione del vino novello in Italia – spiega Coldiretti – è iniziata verso la metà degli anni '70, dopo che in Francia, patria dei novelli, i vignaioli della zona di produzione del Beaoujolais, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale.

In Italia – prosegue Coldiretti – il novello ha avuto una rapida espansione, e dieci anni fa si producevano 17 milioni di bottiglie Made in Italy. All'origine del calo della produzione – osserva l'organizzazione agricola – c'è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ma soprattutto – spiega Coldiretti – gli stessi vitigni che in passato rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per aperitivi, ma che non presentano problemi di durata.

Il novello – continua la Coldiretti – viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste. Ma quest'anno le castagne italiane mancheranno a causa del crollo del raccolto in Campania, la prima regione produttrice, dove si prevede un taglio fino al 90%. I cali sono segnalati in tutto il meridione, mentre una leggera ripresa si stima al nord, però con alcune zone critiche per la siccità.