Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Inchiesta sul caporalato, undici arresti nel Chianti: sfruttavano i richiedenti asilo

13 Ottobre 2016
La piaga del caporalato La piaga del caporalato

Centinaia di richiedenti asilo sarebbero stati reclutati per lavorare a nero in alcuni terreni e fattorie del Chianti, in particolare in quelle della “Coli spa”, azienda con sede a Tavarnelle Val di Pesa (Firenze). 

E' quanto emerso dall'inchiesta della procura di Prato che stamani ha portato all'esecuzione di undici misure di custodia cautelare, cinque arresti domiciliari e sei obblighi di dimora, nell'ambito di un'operazione contro il caporalato e lo sfruttamento di cittadini extracomunitari. Un gruppo di pachistani, guidati da Tariq Sikander, secondo la procura per oltre cinque anni (dal 2011 al 2016), avrebbe reclutato centinaia di extracomunitari e la “Coli” avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella vicenda. Tre amministratori della società sono agli arresti domiciliari: l'ipotesi di reato è “associazione a delinquere finalizzata all'acquisizione di manodopera clandestina”. Secondo gli investigatori, che avevano avviato le indagini la scorsa primavera dopo la segnalazione di due lavoratori sfruttati, gli amministratori della Coli spa erano “protagonisti e mandanti del sistema di reclutamento degli extracomunitari”, come ha spiegato dal procuratore capo Giuseppe Nicolosi. Le accuse, a vario titolo, sono di intermediazione illecita nel reclutamento di cittadini extracomunitari, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, interramento di rifiuti speciali, emissione di fatture false, ostacolo alle indagini e frode in esercizio del commercio.

Le perquisizioni, rende noto il Corpo Forestale, stanno interessando vari comuni di questa provincia e delle province di Firenze, di Modena e di Perugia I soggetti destinatari dei summenzionati provvedimenti sono stati individuati a seguito di una mirata e approfondita attività delegata dalla Procura della Repubblica di Prato che traeva origine da un esposto/denuncia, presentato da 2 rifugiati africani presso la Questura di Prato nel Settembre 2015 con il quale si segnalava un illecito sfruttamento di circa 50 braccianti agricoli, tutti di origine africana ed impiegati presso un'azienda agricola nel Chianti.
C.d.G.