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Nicolas Joly a Torino: “Biodinamica una moda? Forse, ma presto la ameranno tutti”

23 Settembre 2016
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(Nicolas Joly)

Non vuole essere definito “papà della viticoltura biodinamica”, ma in effetti, Nicolas Joly, vigneron in Loira con Le Coulée de Serrant è proprio colui che ha permesso di sviluppare questa nuova tecnica di produzione dell’enologia mondiale.

C’era anche lui al Salone del Gusto di Torino e ha presentato il suo nuovo libro “La vigna, il vino e la biodinamica”, tradotto e pubblicato in Italia da Slow Food Editore. Joly ha raccontato di come la viticoltura biodinamica si sia evoluta in pochissimo tempo, da quando cioè ha pubblicato il suo primo lavoro, “Le Vin du ciel à la terre”, “ma ho sempre pensato che la biodinamica era il mio destino – dice – e devo ringraziare François Bouchet, con cui ho iniziato a fare davvero viticoltura biodinamica, senza capire tanto bene, all’inizio, cosa stessimo facendo. Ed il bello è che la gente ci scambiava per pazzi, fino a quando non si è convertito anche qualche grande viticoltore, come Romanée-Conti”.

Per Joly, la biodinamica si apprende ogni giorno, facendo pratica, “in relazione sempre più stretta con la vigna, creando sinergia con la pianta, che è alla base del sapore di un vino, una pianta che in sole quattro settimane trasforma un frutto immangiabile in qualcosa di eccezionale, e noi non dobbiamo fare altro che aiutarla, dandole le sostanze, naturali, di cui ha bisogno, come il miele, l’arnica, l’estratto di rosa canina, la propoli, la valeriana. Non c’è bisogno di altro”.
La biodinamica, però, oggi sembra più una moda che una filosofia di produzione: “Credo sia entrambe le cose – ha detto Joly – Tanto, però, dopo qualche anno, si innamoreranno veramente della biodinamica”.

C.d.G.