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La degustazione

Da Peppe Barone a Pietro Leeman, ora Ettore Moliteo torna in Sicilia: “La mia sfida in cucina”

19 Settembre 2016
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E' executive chef del ristorante ST- George Restaurant di Taormina


(Ettore Moliteo)

di Francesca Landolina

Per le vie di Taormina, vicino alla chiesa di San Pancrazio, è The Ashbee Hotel, hotel 5 stelle lusso, la nostra meta. La splendida villa costruita nei primi anni del 1900 dall’architetto inglese Robert Charles Ashbee, come sua residenza personale, si trova immersa in un parco secolare e si affaccia sullo Jonio verso la Calabria.  

Entrando dal suo cancello, socchiuso come accade in una casa privata, è lo stile sobrio all’inglese che colpisce, ma il contesto è del tutto siciliano. Incontriamo un giovane chef di cui si è già sentito parlare: Ettore Moliteo, che da quest’anno è tornato nella sua Sicilia, dopo una nuova parentesi al fianco dello chef Pietro Leeman.

Ettore, giovanissimo, inizia il suo percorso professionale, guidato dalla passione familiare. Per lui fondamentale è l’incontro con lo chef siciliano Peppe Barone, grazie al quale fa importanti esperienze nel territorio ibleo, approdando alla Locanda Don Serafino e al Ristorante Fattoria Delle Torri. Al Joia di Pietro Leeman, a Milano, Ettore entra in contatto con un nuovo tipo di cucina, naturale e innovativa, che non smette di portare con sé in ogni luogo. Lo scorso anno vince il riconoscimento come miglior chef del Cerasuolo di Vittoria, con una ricetta vegana creata in abbinamento al vino della sola Docg siciliana. Nella sua cucina, la precisione e il rigore si uniscono all’innovazione, con un’inclinazione spontanea verso varianti vegane e vegetariane, che mantengono però un solo comun denominatore, la Sicilia.

Da quest’anno al The Ashbee Hotel, Ettore guida il Ristorante, che porta il nome di St. George Restaurant, e lo fa ancora una volta mostrando sensibilità, creatività e rigore. Chissà quali saranno le sue prossime mete professionali… Il ragazzo timidamente si fa strada, ma il sodalizio con il The Ashbee potrebbe durare a lungo. Abbiamo cenato lì una sera ed ecco quali piatti ha scelto di farci degustare.

Si comincia con una tartare di tonno con barbabietola, fragole e salsa miso. Un antipasto che lascia assaporare la freschezza del mare, unita alla delicatezza dolce della barbabietola.

Come primo, Ettore prepara gnocchi al ragù di triglia, un piatto in cui sono evidenti tecnica e tradizione, semplicità, leggerezza e sapore.

Il secondo è un morone su vellutata di carote novelle e fagiolini croccanti. Anche in questo caso si manifesta un uso sapiente delle materie prime, non maltrattate ma esaltate da tenui sapori in armonia tra loro.

Fresco e invitante il pre dessert, il cremoso alla ricotta, cioccolata di Modica e limone. Tanta leggerezza e dolcezza, non stucchevole per preparare al dolce finale. 

Ed ecco che, per concludere, arriva un esempio di innovazione creativa della tradizione dolciaria siciliana, il bio – cannolo. Non c’è ricotta al suo interno ma cagliata di latte di mandorla. Un dessert sui generis, il cannolo che non ti aspetti o meglio l’innovazione che in cucina non deve mai mancare. 

St. George Restaurant
Viale S. Pancrazio, 46 – Taormina ME
0942 23537
aperto solo nel periodo primaverile estivo (fino ad ottobre)