Bombino Nero Castel Del Monte Docg
di Gianni Paternò
Dopo 10 anni a New York facendo fortuna fabbricando giaccio, che per gli americani è essenziale come l’aria, nel 1923 Francesco Liantonio torna nella sua amata Puglia e a Palo del Colle inizia a produrre olio e a commercializzare vino. Nel 1948 la famiglia acquista a Corato, in contrada Torre del Vento, ai piedi del famoso Castel del Monte, l’antico monastero con 57 ettari di vigneto circostante. Con le nuove generazioni, oggi guidate dal nipote Francesco, l’azienda si amplia, si ristruttura commercialmente, in estensione e nei fabbricati, diventando un’impresa con 500 ettari di vigneti in Puglia, di cui 250 di proprietà, 60 mila quintali di uve lavorate, una superficie aziendale coperta di 20 mila metri quadrati, un totale di 2,5 milioni di bottiglie.
(Francesco Liantonio)
Un’azienda che si pone il preciso obiettivo di recuperare i vitigni autoctoni più antichi rispettandone la tradizione e di offrire al mercato una gamma di prodotti di elevata qualità, con un corretto rapporto qualità/prezzo e rappresentativi dell’intero territorio pugliese. Una srl i cui soci sono Francesco Liantonio (presidente e direttore commerciale estero), GianRocco Liantonio (direttore commerciale Italia), Alessandra Tedone (area export, marketing & qualità). L’enologo è Lorenzo Palumbo.
Vigneti che arrivano a quote di 600 metri, i più alti della regione, con ampie escursioni termiche e costanti brezze marine, alcuni certificati bio, 3 zone: la Murgia di Castel del Monte con i suoi autoctoni particolari, la Puglia Centrale con Fiano e Primtivo, il Salento con Negroamaro e Malvasia Nera. Innumerevoli sistemi di allevamento: dall’alberello fino ad arrivare al Sylvoz e al Casarsa. Per mantenere e anzi incrementare la posizione nel mercato il 2016 è stato l’anno del restyling a cominciare dai vetri alla rivisitazione della gamma con l’introduzione di nuovi prodotti, dall’uniformità distintiva dell’immagine alla mission del rispetto dello stile e dell’identità di Torrevento che arriva a vantare 23 etichette per coprire ogni esigenza di prezzo e di gusto. Oltre al vino l’extravergine e la pasta Altigrani. Particolare importanza è data all’accoglienza, privilegiata dall’antico monastero di cui permangono interessanti vestigia.
Degustiamo il Veritas un rosato fatto con le uve autoctone di Bombino Nero, vitigno utilizzato solo per i rosé, uve che maturano tardi, qualche volta non completamente, quindi non adatte a fare vino rosso e che, come Castel del Monte Bombino Nero, è Doc dal 1971 e Docg dal 2011, unica a comprendere la sola tipologia rosato.
(Bombino nero)
I vigneti a cordone speronato sono a quote tra i 400 e 500 metri con suolo roccioso calcareo. La vendemmia inizia a fine settembre con una resa di 100 quintali per ettaro. In cantina fermentazione a temperatura controllata con lieviti selezionati, malolattica evitata per favorirne la freschezza mantenendo basse temperature ed affinamento in acciaio per 4 mesi. Chiarifica per decantazione, stabilizzazione, filtrazione e in bottiglia per circa 2 mesi. Alla fine i solfiti totali sono pochi: 80/90 milligrammi per litro.
Nel calice il colore è di uno squillante rosa intenso, tra l’aranciato e il cerasuolo. All’olfatto impressiona per complessità: dall’erbaceo al fruttato di fragola, ribes, lamponi; minerale, interessante ed intenso. Addirittura meglio in bocca dove spicca la sua robusta struttura equilibrata dall’ottima freschezza e dalla dosata sapidità; secco, fragrante, armonico e lungo. Se la Puglia è famosa per i suoi rosati, questo Bombino Nero ne è un eccellente ambasciatore.
Per gli abbinamenti non c’è che l’imbarazzo della scelta: primi a base di pomodoro, le famose orecchiette alle cime di rapa, carni in vari modi, pesci gustosi, formaggi, salumi e pizza. Specie per l’estate, ma non solo, a temperature da 10° in giù, un vino eclettico. Sono 45 mila bottiglie che allo scaffale si trovano al prezzo di 11 euro.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
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