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Scenari

Consorzio Lugana, “no a sacrificio degli alberi per far posto a nuovi vigneti”

28 Luglio 2016
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Il Consorzio di tutela del Lugana punta a incrementare il patrimonio “verde” del proprio territorio: le aziende associate si impegnano infatti, in caso di interventi che comportino l'eliminazione di alberi preesistenti per fare spazio ai vigneti, al reimpianto di un pari quantitativo di alberi su un terreno proprio o pubblico, grazie alla collaborazione con le Amministrazioni locali. Il tutto a prezzi agevolati, grazie all'accordo con le Associazioni florovivaisti venete e lombarde, partner del progetto. Si tratta di un problema reale, dato che nel solo 2015 sono stati piantati 139 nuovi ettari di Lugana.

 “Lugana per l'Ambiente e l'Ambiente per il Lugana” è la nuova iniziativa messa in campo dal Consorzio guidato da Luca Formentini: “Un modello virtuoso che ci auguriamo possa essere replicato a livello regionale e nazionale – afferma il presidente – Uno dei punti qualificanti della mia rinnovata presidenza è la scelta di dedicare una buona parte delle risorse del Consorzio alla cura dell'ambiente in cui viviamo e produciamo il nostro vino. Siamo promotori di una viticoltura sostenibile, che sappia bilanciare gli aspetti produttivi con la salvaguardia del territorio. Questo progetto è un esempio concreto dove, non solo abbiamo previsto il reintegro delle alberature, ma abbiamo anche posto dei limiti molto stretti su quali tipologie di alberi reimpiantare, in modo da utilizzare solo specie autoctone. La prima consegna è prevista per settembre, quando affideremo al Comune di Desenzano del Garda 150 piante.

Un vino di qualità nasce da un territorio di qualità e contribuisce alla sua valorizzazione perché da essa dipende la sua credibilità. Il Lugana è un distretto che esprime questo concetto in pieno”. Il progetto ha trovato l'immediata disponibilità dei 5 Comuni su cui insiste la Doc (oltre a Desenzano del Garda anche Lonato del Garda, Pozzolengo, Sirmione e Peschiera del Garda) e il plauso della Regione Lombardia: “L'iniziativa è un esempio di come si possa costituire una rete imprenditoriale in campo agricolo in grado di coniugare la redditività alla sostenibilità ambientale, con ricadute positive per il territorio e la cittadinanza – dichiara l'assessore all'agricoltura della Lombardia, Gianni Fava -. Il Lugana è una delle importanti Doc lombarde, che negli anni ha saputo incrementare il proprio prezzo, arrivando a oltre 115mila ettolitri prodotti nel 2015 e a un valore dell'imbottigliato che è passato dai 23,4 milioni di euro del 2008 a 62,6 milioni del 2015”. La Turbiana, il vitigno autoctono del Lugana, è oggi una delle uve bianche più cara d'Italia: nella vendemmia 2015 il prezzo medio delle uve è stato di 180€ al quintale. “Non stupisce quindi che cresca costantemente la superficie vitata, oggi pari a 1675 ettari (di cui 263 in Veneto e 1412 in Lombardia) – spiega Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Lugana DOC – In una DOC in continua crescita è fondamentale continuare a interrogarsi sul futuro della denominazione, contando sull'esperienza e il confronto fra tutti i produttori e gli altri protagonisti che determinano il successo di questo vino”.

C.d.G.