(Le Tenute Artimino)
di Fabiola Pulieri
Il 2016 è un anno importante per la Tenuta di Artimino e per la Docg del Carmignano.
Si celebrano infatti i 300 anni da quando Cosimo III de’ Medici, il 24 settembre del 1716 emanò il bando “Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d'Arno di Sopra” nel quale venivano specificati i confini delle zone entro cui potevano essere prodotti questi vini, considerati fra i più virtuosi del tempo. Di fatto si trattava del primo esempio al mondo del concetto di Denominazione e di disciplinare di produzione, che ha anticipato di circa un secolo le Aoc francesi. Con il bando venivano definite le norme di vendemmia e si delimitava la zona di produzione del Carmignano dopo che pochi mesi prima era uscito un altro bando “Sopra il commercio del vino” che istituiva la nascita di una Congregazione per controllare i vini che erano commerciati tramite navi, mettendo in luce come questo vino venisse, già al tempo, apprezzato anche all’estero.
La Tenuta di Artimino quest'anno celebra questo importante traguardo con un progetto speciale e con un calendario ricco di iniziative. E' stata infatti presentata al Vinitaly a Verona la bottiglia celebrativa dedicata al trecentenario, realizzata in collaborazione con l’artista di fama internazionale Wessel Huisman, in soli 1716 esemplari e il fine settimana dal 17 al 19 giugno la Tenuta Artimino ha preso parte all'evento Eat Prato, manifestazione di promozione del territorio pratese e dei prodotti tipici locali, tra cui il vino di Carmignano. Nel mese di settembre sono in programma diversi appuntamenti che coinvolgeranno le arti e il vino, riportando la villa e tutta la Tenuta ai fasti che le appartenevano nel Rinascimento.
La Tenuta di Artimino, di proprietà della famiglia Olmo dagli anni '80, produce vino e olio fin dai tempi degli Etruschi. Fu proprio Giuseppe Olmo, noto ciclista che segnò nel 1935 il record dell’ora al Velodromo Vigorelli, ad acquistarla. Il suo fu amore a prima vista e fin da subito l’intento fu quello di trasformare questo luogo in una vera oasi di cultura, bellezze artistiche e naturali. Cuore nevralgico della tenuta è la famosa Villa medicea “La Ferdinanda”, nota anche con il nome di “Villa dei cento camini”, costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I dei Medici su disegno di Bernardo Buontalenti e inserita nella lista dei beni patrimonio Unesco. A pochi passi si trova l’hotel di charme Paggeria Medicea e il ristorante Biagio Pignatta, che propone una cucina di alto livello e dispone di un proprio orto per l’approvvigionamento di verdure di stagione. La filosofia dell’azienda è quella di mantenere intatto il rapporto genuino con il territorio, offrendo prodotti legati alla tradizione, una cucina toscana letta in chiave contemporanea, numerosi eventi culturali e un’ospitalità improntata al benessere. La tenuta si trova non molto distante da Firenze (20 km) e da altre città d’arte della regione e si affaccia sul borgo di Artimino, che ha mantenuto intatto il suo fascino medievale.
(La bottiglia celebrativa per i 300 anni)
Gli ettari totali sono 732, piantati per lo più ad uliveto (18.500 piante di ulivo). Alla base del metodo di produzione vitivinicola della Tenuta di Artimino c'è una viticoltura responsabile e avanzate tecnologie in cantina, con l’obiettivo di aiutare la naturale vocazione dei terreni. Sono circa 2.500 i metri quadrati di cantina e i vigneti si estendono per 80 ettari, coltivati prevalentemente a Sangiovese, a cui si aggiunge Cabernet Sauvingnon, Merlot, Syrah, Gamay, Canaiolo, Colorino, Trebbiano, Malvasia Bianca e altre uve minori. I vini prodotti sono quelli tradizionali della zona, ovvero Carmignano Docg, anche nella versione Riserva, Barco Reale Doc, Barco Reale Rosato Doc e Vin Santo di Carmignano. Dal versante che guarda Firenze, si ottiene invece il Chianti Docg. I vini più strutturati, come il Carmignano e il Carmignano Riserva, vengono sapientemente affinati in legno, sia in botti grandi da 30 e 50 ettolitri che in barrique, affinché possano esprimere al meglio tutto il loro potenziale aromatico; i vini più giovani, invece, come il bianco o il rosato, sono freschi e di pronta beva. Poi ci sono i Vin Santi che, secondo tradizione toscana, sono ottenuti da uve lasciate ad appassire su graticci e riposano in caratelli per molti anni, per diventare un vero e proprio nettare. Tutti i vini della Tenuta di Artimino raccontano il loro territorio di origine con carattere, accompagnati nel loro processo naturale di evoluzione dall’enologo e consulente Filippo Paoletti, già padre di altri blasonati vini toscani e noto per la sua passione e conoscenza del Sangiovese.