LA PROPOSTA
Il progetto di un Osservatorio regionale sul vino lanciato nel corso della “Rassegna regionale dei novelli”. Ne faranno parte l’Irvv, l’Onav, l’Università, le organizzazioni sindacali agricole
In difesa
della qualità
Un Osservatorio regionale che abbia il compito di vigilare sulla qualità dei vini prodotti in Sicilia. Il progetto è stato presentato da Salvino Caputo, presidente della commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana, nel corso della “Rassegna regionale dei vini novelli siciliani”, organizzata dall’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vini), e giunta alla decima edizione.
“Ognuno si muove da solo – ha detto Caputo -, è necessario invece un coordinamento per un’azione compatta e più efficace nei confronti di un mercato sempre più impegnativo”. Dell’Osservatorio, che avrà il patrocinio della commissione Attività produttive dell’Ars, dovranno far parte l’Istituto regionale della Vite e del Vino, l’Onav, l’Università, le organizzazioni sindacali agricole. La sede dovrebbe essere la cantina sociale Kaggio, nel Corleonese, confiscata oltre 20 anni fa a Salvatore Riina e Bernardo Brusca, che avevano trasformato l’impianto produttivo in una centrale di riciclaggio del denaro proveniente dallo spaccio di droga e dalle estorsioni.
E sempre nel corso della manifestazione organizzata dall’Onav, il Novello di Antichi Vinai, azienda alle pendici dell’Etna, è stato giudicato il miglior novello siciliano della vendemmia 2008. Un vino caratterizzato da un colore rosso intenso con sfumature di ciliegia, aromi di frutti di bosco, in bocca è rotondo e corposo con notevole persistenza. Gli esperti della commissione, guidata da Gianni Giardina, vicepresidente nazionale e presidente regionale dell’Onav, hanno anche deciso i gradini più bassi del podio: il secondo posto va al Cupido dell’Azienda agricola Pollara (Monreale); medaglia di bronzo per l’Enoè Novello di Casano (Gela).
La manifestazione è stata anche l’occasione per fare il punto sulla produzione di novello. Lo dicono i numeri: gli imbottigliatori, quest’anno, sono stati 24 (proponendo 26 diverse etichette), cinque in meno del 2007 che già era stata la vendemmia più scarsa degli ultimi cinquant’anni con 850 mila bottiglie. Nel 2008 il calo dell’offerta per quel che riguarda il Novello siciliano è scesa ulteriormente dell’otto per cento e anche un produttore leader come Duca di Salaparuta ha ridotto i propri investimenti in questo settore del quaranta per cento.
Come numero di aziende la provincia di Palermo, nel segmento Novelli, occupa il 29% del totale, seguita dal Trapanese (21%), e poi: Catania (17%), Agrigento, Messina e Ragusa (8% ciascuna). L’esportazione è inferiore al 10% ed interessa soprattutto i mercati di Germania e Giappone, un altro 10% viene venduto oltre lo Stretto, il restante 80% viene quindi consumato entro i confini regionali.
Alcuni produttori, come Planeta, non ha mai prodotto Novello: “Credo – ha detto Alessio Planeta a margine del convegno che si è svolto ieri a Palermo – che i consumatori siano ormai molto più consapevoli e pronti a conoscere prodotti più ‘maturi’”. Nei Novelli, invece, crede la Cantina sociale Alto Belìce che quest’anno ha prodotto 18 mila bottiglie: “Mette alla prova la vendemmia – dice il presidente Nino Inzirillo – ed è un vino facilmente ‘comprensibile’ da parte di tutti”. “Quest’anno nessuno ha parlato di novelli – commenta Gianni Giardina –, la nostra associazione, invece, lo fa ormai da dieci anni promuovendo questi prodotti e il loro valore sociale. Sono bevande che riescono ad avvicinare i giovani e le donne al mondo del vino, bevande che si abbinano facilmente a piatti semplici. Inoltre i novelli hanno anche un ruolo importante poiché sono il biglietto da visita dell’annata vinicola”.
C.d.G.