Terre Siciliane Igp
di Gianni Paternò
Tenuta Bastonaca è al primo anno di commercializzazione dei suoi vini. E’ nata 7 anni fa come azienda agricola con la voglia di fare qualcosa di proprio e di buono, ma soprattutto “a causa” dalla passione di Giovanni Calcaterra, avvocato nella vita e componente di una famiglia che da sempre si è occupata di vino, e sua moglie Silvana Raniolo, proprietaria di un’enoteca a Ragusa. I due acquistarono un’azienda con un vecchio palmento settecentesco, 12 ettari di vigneti e 5 di uliveti, nella cultivar Carolea in un territorio dove la regina è la Tonda Iblea e la battezzarono col nome della contrada.
(Silvana Raniolo e Giovanni Calcaterra)
I vigneti erano vecchi e i Calcaterra decisero che volevano fare qualcosa di particolare, di unico nella zona, per cui assunsero come consulente sia agronomico che enologico Carlo Ferrini. Estirparono le vecchie piante e li rifecero ad alberello con sesto strettissimo di 1,20 x 1,20. Innestarono 4 ettari di Frappato, altrettanti di Nero d’Avola, 2 di Grillo ed uno ciascuno di Tannat e di Grenache, per fare qualcosa di diverso. Insomma una bella avventura in quanto la vicinanza delle viti determina la necessità di lavorazioni in pratica tutte manuali. I terreni sono sabbie rosse a quota di circa 200 metri.
I primi anni trascorrono tra sperimentazioni in campagna ed in cantina. Nei primi 2 anni, addirittura, una drastica potatura verde non ha permesso la formazione dei grappoli per far rinforzare i ceppi. I primi vini destinati al commercio sono del 2014, ma specialmente del 2015. Coltivazione in conversione al biologico che sarà certificato e quindi dichiarato con la prossima annata. Le etichette sono 4 per i rossi: Frappato, Nero d’Avola, Cerasuolo e Sud un blend 2014 con i francesi che si trova ancora in tonneau e un Grillo per un totale di sole 25 mila bottiglie, mentre dal prossimo anno pensano di andare a regime con 70 mila bottiglie, risultato di una produzione ridotta in campo anche per l’assenza, voluta, di un impianto irriguo. Mentre Silvana si occupa del marketing e della produzione in cantina, Giovanni fa il campagnolo e il costruttore in quanto sta ristrutturando il vecchio palmento per realizzare la cantina, mentre finora si è vinificato presso quella di una nota azienda amica.
Recensiamo il Frappato dal vitigno più tipico del ragusano, un vitigno antico risalente al XVIII secolo coltivato anche nelle province di Siracusa e Trapani. I vini che se ne ricavano non sono ricchi di polifenoli e addirittura scarsi di antociani per cui il colore tende al rosso ciliegia, ma sono di buona acidità e gradevole beva per questo quasi tutte le aziende che lo coltivano hanno ormai almeno una etichetta in purezza oltre che nel disciplinare del Cerasuolo di Vittoria.
Vendemmia a fine settembre in cassette con selezione dei grappoli, diraspatura, pigiatura e macerazione di 12 giorni con le bucce, fermentazione con lieviti selezionati e malolattica, tutto in acciaio per 4 mesi, chiarifica, filtrazione a cartoni, solforosa totale sotto i 100 milligrammi per litro.
Versato nel calice il colore è rosso rubino tendente al porpora. Naso denso di frutta fresca: fragole, more, ciliegie condite con una spolverata di pepe nero. Pulito, netto, elegante. Al palato si esalta la freschezza di un vino giovane, ma che già ha raggiunto la sua piena maturità, buona struttura, nerbo acido accompagnato da tannini morbidi, un vino che invita a bere per la sua piacevolezza e per il ridotto grado alcolico: soli 12,5°.
Questo Frappato può divenire un vino quasi da tutto pasto, dipende dalla temperatura di servizio: a 18° si accompagna a piatti con salsa di pomodoro e carni grigliate; a 14° affronta piatti di pesce specie all’acqua pazza con pomodorini; diventa perfetto con una pizza capricciosa. Un vino che potrà accompagnare buona parte dell’estate. Sono 9.000 bottiglie che trovate allo scaffale a 13 euro.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Tenuta Bastonaca
C.da Bastonaca
97019 Vittoria (Rg)
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