Il successo di Contrade. Ed il confronto tra le cinque guide piu diffuse. Ai vini dell'Etna un terzo dei punteggi di eccellenza di tutto il territorio dell'Isola.
ULTIM'ORA: NOTO BRAND SICILIANO PRONTO A SCOMMETTERE DI NUOVO SULL'ETNA CON UN INVESTIMENTO MILIONARIO
Il successo dell'Etna non conosce tregua. L'ultima edizione di Contrade è lì a confermarlo, qualora fosse ancora necessario. Scriviamo queste righe a pochi giorni dall'evento che ha messo insieme oltre 90 piccole e grandi cantine.
È stata la migliore edizione mai realizzata. Lo stesso Alberto Graci, il patron della cantina di Passopisciaro che anche quest'anno ha ospitato la manifestazione non nasconde la soddisfazione. Per il terzo anno infatti Graci ha ospitato le cantine prendendo il testimone da Andrea Franchetti che ebbe la felicissima intuizione di creare una manifestazione con tutti i vignaioli etnei per far conoscere agli appassionati e agli addetti ai lavori le nuove annate. Un evento che ricorda la Borgogna, qualcosa di simile si fa da quelle parti. Il resto lo ha fatto il vino. Ed un territorio dove in tanti hanno cominciato a crederci. E registriamo mentre andiamo on line un'ultimora. Un noto brand siciliano del vino è pronto a scommettere ancora sull'Etna. Un investimento milionario con tanto di tenuta e cantina in vendita da tempo. I piu informati parlano di un preliminare firmato alla vigilia di Contrade. Se fosse vero sarebbe un'ulteriore conferma dell'interesse del resto della Sicilia verso l'Etna.
(Alberto Graci – ph Armando Rotoletti)
A Contrade sono stati distribuiti in poche ore circa 2.200 calici. Davanti ai banchetti, tutti uguali, contesto spartano come è giusto che sia, tanta folla. E facce sorridenti. Niente visi accigliati o tesi. Una festa. Vissuta con gaiezza. Tanti giornalisti. E pure le istituzioni. Dall'assessore siciliano all'Agricoltura Antonello Cracolici (la prima volta del più importante rappresentante istituzionale a Contrade) all'eurodeputato Michela Giuffrida fino al sottosgretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione (che è pure etneo e che si aggirava tra la folla con un pizzico di orgoglio). Erano i benvenuti, come tutti d'altra parte a Contrade.
Il successo di Contrade ci spinge allora ad un'altra considerazione. L'Etna tira tantissimo. Soprattutto nella percezione del brand Sicilia. Non è più una moda. E qualcos'altro. Il territorio e il clima ne fanno un contesto non replicabile in nessun'altra parte del mondo. Metetteci pure il patrimonio di vitigni autoctoni ed il resto è fatto. Noi abbiamo fatto la nostra parte dedicando all'Etna una guida che racconti il territorio (ne parliamo qui). Che quest'area esprima eccellenze se ne sono accorte le guide di settore. Che sebbene non abbiano più il peso specifico di una volta continuano ad orientare consumi e tendenze.
(Andrea Franchetti)
Mettendo a confronto le cinque guide nazionali più conosciute scopriamo che l'Etna, da solo, ha avuto 32 vini con i punteggi di eccellenza su un totale di 110 etichette siciliane. Poco meno di un terzo. Non male per un territorio che esprime solo l'uno per cento del vino siciliano. Nel dettaglio: Slow Wine tra vini Slow e Grandi Vini nell'edizione 2016 ha premiato 24 etichette siciliane. Di queste 8 sono dell'Etna, un terzo. Dei 20 Tre Bicchieri siciliani del Gambero Rosso 6 sono dell'Etna. Cala la media con Bibenda dove solo 9 vini etnei raggiungono i punteggi più alti su un totale di 35 etichette. Fa meglio Doctor Wine e la sua guida essenziale ai vini d'Italia che premia con l'eccellenza 5 vini dell'Etna su un totale di 11, praticamente quasi uno su due. E infine Vitae, la guida dell'Ais attribuisce un punteggio alto a 4 etichette dell'Etna su un totale di venti. Basta questo per dire che il vino dell'Etna ha una marcia in piu?
C.d.G.