Grillo Doc Sicilia
di Gianni Paternò
Nel centro della fascia meridionale insulare, nell’assolata terra che è stata la protagonista, assieme ai suoi personaggi, degli scritti di Pirandello, in un territorio più che baciato, spesso arso, dal sole continua a crescere, ad imporsi, Cva, anzi come sarebbe giusto dire Cva Canicattì. Una media cantina sociale che sta crescendo non in numero di soci e di ettari, che anzi sono diminuiti, ma in valori: economici, di apprezzamento, di qualità o meglio di grande qualità.
(Giovanni Greco)
Da alcuni anni i dirigenti guidati dal 2008 dal presidente Giovanni Greco e dal consulente, che potremmo definire a guisa di direttore tecnico, Tonino Guzzo, che vi lavora dal 2004, hanno imposto un protocollo di qualità a cui non tutti i soci sono stati capaci di aderire mentre altri hanno abbandonato l’attività vitivinicola. Pertanto i soci sono rimasti 300, pochi, si fa per dire, ma buoni e gli ettari 900.
(Tonino Guzzo)
Questo protocollo, ormai consolidato, si limita a far applicare principi che tutti conoscono, ma che poi non tutti riescono a mettere in pratica. Si parte dalla vigna, sempre più al centro di quest’operazione che definiremo di qualità: costante presenza dei tecnici che impongono dove e cosa impiantare, come coltivare, quali, quanti e quando i trattamenti. Il clou di questa attività tecnica inizia l'1 luglio quando in vigna si inizia la selezione e la classificazione delle uve e si danno le basi per la vendemmia decisa non da aridi parametri, ma dall’assaggio dei chicchi. Poi durante la vendemmia non esiste più l’ammasso, non sono i produttori a decidere quando conferire le uve, ma è la programmazione da parte della cantina effettuata in base ai propri tempi e a quelli dell’uva. Così si lavora meglio, senza affanno e senza asfissianti turni continui. Tra gli obiettivi, l’aumento dei vini biologici che per ora sono un Nero d’Avola e un Grillo, l’uso di lieviti selezionati anche per i bianchi, l’abolizione dei solfiti aggiunti, di cui la sperimentazione è in fase avanzata.
L’aggiornamento tecnologico non si arresta. Quest’anno una nuova e molto più grande pressa pneumatica per i rossi ha sostituito quella vecchia, come non si ferma l’espansione di mercato che, a fronte delle minori quantità di uve, vede aumentato il numero di bottiglie, arrivate a 1 milione con un estero che ormai copre il 55%. Indice della qualità e del grado di apprezzamento di un prodotto che è attento alle esigenze di prezzo del mercato e che continua a mietere premi dai più importanti concorsi.
Questa volta degustiamo un altro dei cru, il Fileno, un Grillo che prende il nome da un personaggio di una novella di Pirandello. Le vigne sono 2, una a Cannatello contrada vicino al mare di Agrigento, terreni essenzialmente sabbiosi, l’altra dalle parti di Naro con terreni di argille limose e quote di oltre 500 metri. I vigneti hanno poco più di 10 anni e sono stati impiantati nelle zone più vocate al vitigno. Coltivazione tradizionale con trattamenti solo quando servono. Vendemmia decisa dall’assaggio quando l’aromaticità e l’acidità sono al punto giusto. In cantina l’uva è raffreddata, poi diraspatura, pigiatura a bassa pressione, decantazione statica, inoculo dei lieviti, 15 giorni di fermentazione, 3 mesi di acciaio termoisolato, stabilizzazione proteica con bentonite e tartarica con congelamento a -4°. Filtrazione sterile perchè non fa malolattica, come d’altronde tutti i bianchi di Guzzo, per mantenere freschezza ed acidità, imbottigliamento ed altri 2 mesi almeno di riposo.
Nel calice colore giallo paglierino. All’olfatto emergono i fiori, tanti fiori in un bel mazzo misto tra cui rose, fiori d’arancio, glicine, ginestra e chi più ne cerca più ne trova, un paniere di frutta dalle albicocche alle arance, incredibile. Non è solo l’intensità e la quantità a colpire, ma specialmente la finezza, l’eleganza, l’assoluta pulizia. Al gusto il fruttato ed il floreale sono compensati dalla freschezza acida, dalla sapidità equilibrata, dalla struttura avvolgente. Un gran bel Grillo, anzi un bellissimo Grillo, esemplare di cosa può dare questo vitigno tipico siciliano nei posti giusti e con i sapienti ma rispettosi interventi.
Abbiniamolo al pesce, dai crostacei, a quelli delicati, a quelli di gusto deciso; provatelo con un risotto ai funghi, con una frittata con gli asparagi possibilmente selvatici, con un caprino di capra girgentana. Le bottiglie sono 30.000 e le trovate a 11 euro.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Cva Canicattì
Contrada Aquilata
92024 Canicattì (Ag)
tel. 0922 829371
info@cvacanicatti.it
www.cvacanicatti.it