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L'evento

I vini della Lombardia al Vinitaly: “Ma serve superare il localismo e vendere il Made in Italy”

23 Marzo 2016
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di Michele Pizzillo

Finalmente un politico (intelligente, e poi lo dimostreremo) che espone con chiarezza la personale visione di come vendere vino, ma non a prescindere dal territorio.

Gianni Fava, assessore regionale all’agricoltura, nel presentare il Padiglione che la regione Lombardia allestirà al prossimo Vinitaly, ha detto la cosa più intelligente che potesse uscire dalla bocca di un politico: “Non parliamo del vino lombardo, perché dobbiamo superare il localismo per impegnarci a vendere il made in Italy, e lo dice uno della Lega, anche con una certa sofferenza”. Quando parla di vendere il territorio, si percepisce che l’idea di è quella di avere una strategia comune a tutte per tutte le regioni italiane, specialmente adesso che il vini italiano è molto conosciuto nel mondo. Perché “esportiamo vino, e quello lombardo che ha varcato i confini nazionali è cresciuto del 20 per cento – ha detto Fava – ma non siamo ancora riusciti a vendere il territorio dove nascono questi vini. Un territorio suggestivo e, riportando le confidenze di turisti stranieri, posso dire emozionante e non solo quello lombardo”.

Dal suo cilindro l’assessore lombardo ha estratto un’altra magia, quando afferma che “la viticoltura lombarda quest'anno è giovane ed è declinata al femminile” e, chi non l’avesse capito, spiegato la presenza di tre giovani donne –  Diletta Cavalleri dell’omonima azienda agricola di famiglia che opera in Franciacorta; Cristina Cerri, dell’azienda agricola Travaglino, dell’Oltrepo Pavese; Claudia Crippa, azienda agricola 'La Costa' di Montevecchia e presidente del Consorzio Igt Terre Lariane – che insieme allo stesso Fava, al presidente della Fiera di Verona Maurizio Danese e quello di Unioncamere Lombardia Giandomenico Auricchio, a parlare della presenza lombarda a Vinitaly. Ha detto Fava: “Per questo abbiamo voluto qui con noi oggi tre giovani imprenditrici. Donne che hanno scoperto di saper valorizzare un pezzo di terra o l'azienda di famiglia con una modalità nuova. Coniugando il tema alla base della promozione, il territorio. L'elemento chiave che dobbiamo esportare. Non abbiamo nulla da invidiare agli altri. Servono marchi e figure positive, come quelle rappresentate da queste imprenditrici, che promuovano il territorio e il vino nel mondo”.

Per l’assessore lombardo “Vinitaly è una grande vetrina, che si rinnova, con elementi di servizio come l'accesso alla fiera. Un accesso qualificato, che ha bisogno di un messaggio forte, da una regione, come la Lombardia, che in termini qualitativi e' la prima nel Paese, con la più alta concentrazione di etichette per l'export. Serve gente con sensibilità, che abbia voglia di misurarsi, questa e' la forza di un mondo che si sta riscoprendo: vogliamo che diventi la regione del vino di qualità, passando dai più piccoli ai più grandi produttori in rappresentanza dei territori. Sapendo che, quando la promozione si concentra attorno a un marchio famoso, ne beneficiano tutti. Senza aver paura di competere con nessuno”.
E, a rappresentare la Lombardia alla 50esima edizione di Vinitaly – dove la novità sarà rappresentata dall’allestimento di grandi sale di degustazione dedicate ai buyers stranieri per migliorare e aumentare contatti e scambi business to business –  saranno i territori di Capriano del Colle, del Consorzio Terre Lariane, Consorzio provinciale vini mantovani, Consorzio San Colombano al Lambro, Oltrepo Pavese, Valtellina (che punta sulla biodiversità), Moscato di Scanzo (che è la più piccola Docg d'Italia), Consorzio Valcalepio, Franciacorta, Lugana, Consorzio Valtènesi ed Ente Vini Bresciani (per Montenetto, Botticino, San Martino della Battaglia e Cellatica).

“Il vino, con l'alimentare, la moda e il design – ha ricordato Auricchio – è uno dei grandi ambasciatori del made in Italy nel mondo. A 50 anni esatti, devo sottolineare quella che fu l'intuizione felice di Unioncamere Lombardia che, da quasi 20 anni, dispone di un padiglione significativo di 8500 metri quadri, dove ci sono circa 200 produttori riuniti in consorzi, con mille etichette in degustazione. Questi sono i numeri del padiglione Lombardia. Compito delle istituzioni, noi con la Regione, e' sostenere le eccellenze lombarde, come i produttori di vino che rappresentano una componente forte della nostra economia”.
Della felice intuizione di dedicare una fiera al vino ne ha parlato il presidente di Veronafiere, Danese partendo dal 1967, quando nasceva a Verona Vinitaly che ha portato l'Italia ad essere protagonista nel mondo, facendo così scoprire un prodotto che attualmente rappresenta un valido investimento, tant’è vero che il vino vale il 160% in più degli investimenti finanziari. Sottolineando anche gli investimenti che ha fatto la fiera per rendere sempre più dinamico ed efficiente il grande salone del vino.

E, poi, come giustamente ha sottolineato Fava “il vino, in questo momento, vive di grandi suggestioni e di promozioni che discendono dalle suggestioni. Lo scorso anno siamo riusciti a superare in produzione la Francia, per la prima volta, ma in valore abbiamo esportato la metà del valore, 5 miliardi contro i 10 del paese transalpino. La competizione non può essere sul prezzo, va recuperato il giusto margine, occorre qualche suggestione positiva. Serve intercettare lo stesso 'mood' di altri territori e intervenire di conseguenza”.
Intanto va sottolineato che le produzioni a denominazione d'origine in Lombardia costituiscono il 90% del totale per una produzione di 150 milioni di bottiglie, contro il 75% della media nazionale. Quasi una azienda vinicola su sette, poi, è condotta da giovani. Il 2015, inoltre, si chiude con una forte crescita delle produzioni Docg (+11,7%) e del 9% di quelle Doc.  E con una vendemmia caratterizzata dalla decisione coraggiosa di puntare su un livello qualitativo al top. Tutto questo per concentrare la produzione in un’annata destinata a essere ricordata per l’alta qualità espressa.
È questa la cornice nell’ambito della quale la collettiva lombarda si prepara a sbarcare alla 50ª edizione di Vinitaly.Una presenza caratterizzata dalla scelta sempre più consapevole dei vitivinicoltori lombardi di procedere sulla strada della qualità.