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Scenari

Svolta nella raccolta dei dati sul vino, intesa tra Osservatorio e VeronaFiere

16 Marzo 2016
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Grande attesa soprattutto per i dati del canale Horeca

Una vera svolta nel mondo della raccolta dati sul mondo del vino. Accordo che potremmo definire storico tra l'Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini e VeronaFiere. La conferma, dopo le nostre indiscrezioni pubblicate stamattina, proprio dal presidente di Uiv Domenico Zonin.

Il dubbio era venuto proprio stamattina, quando tra i fogli della cartella stampa erano presenti i dati di vendita e diffusione del vino forniti dall'Osservatorio. L'accordo, ora è ufficiale, proprio tra l’Osservatorio, ideato e creato dall’Unione italiana vini, in collaborazione con Ismea, Crea e Wine Monitor, e Vinitaly. Un rapporto che consentirà al Vinitaly di avere sempre il quadro chiaro e certo del mondo del vino italiano, non solo nel mondo “globale” quindi nei mercati esteri (con la collaborazione con Vinitaly International Academy), ma anche del canale Horeca. Un punto sul quale si stanno concentrando e molto le attenzioni. Perché se da un lato è vero che i dati sono svariati, dall’altro è anche vero che la presenza di Uiv garantisce le aziende italiane che si trovano all’interno dell’Osservatorio che rappresentano il 20 per cento del fatturato totale del mondo del vino, oltre 2 miliardi di euro.

Proprio sul canale “On Trade” ha deciso di puntare l’Osservatorio. Una scelta innovativa e utile al business delle imprese vinicole. Non solo perché non esistono ad oggi statistiche ufficiali (o attendibili) sulle vendite di vino al di fuori del canale off-trade (Gdo, negozi specializzati, ecc), ma anche perché il sistema italiano del “fuori casa” è estremamente polverizzato e suddiviso in una pluralità di format e punti vendita (dai ristoranti alle pizzerie, dalle enoteche ai wine bar, dagli Hotel alle imprese di catering) difficilmente monitorabili attraverso le rilevazioni standard. Il fatto positivo è che il tutto si basa sulla fornitura di dati direttamente dalle imprese vinicole italiane che, attraverso elaborazioni e sistematizzazioni, vengono trasformati in visualizzazioni grafiche riportate in un sito web dedicato e di diretto accesso alle stesse imprese, che possono così seguire trimestralmente il trend delle proprie vendite rispetto alla tendenza generale del mercato.

Le prime elaborazioni effettuate restituiscono un dato sulle vendite di vino nel canale del “fuori-casa” in crescita nel III° trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: +3,1% nei volumi e + 2,3% nei valori, contro una tendenza all’opposto negativa sul versante dei valori per il canale off-trade (e quindi Gdo in primis) sempre riferita allo stesso intervallo temporale. Tra i top performer, il Prosecco.
 
Se prima della crisi (2007), i volumi di vino consumato al di fuori delle mura domestiche pesavano per circa il 40% sul totale degli acquisti, con la recessione economica tale incidenza si è ridotta fino a raggiungere il 34% nel 2014, il punto più basso degli ultimi quindici anni.
Nel 2015 il “clima” di fiducia degli italiani sembra essere cambiato e pur in un contesto di perdurante disoccupazione e di forti vincoli al consumo di alcool per chi si mette alla guida, gli acquisti di vino nei ristoranti e in più in generale nel canale on-trade risollevano la testa.
Nel II° semestre 2015, i valori delle vendite on-trade da parte delle imprese vinicole italiane mostrano una crescita del 2,6% rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, a cui corrisponde un parallelo aumento in volume dello 0,9%.
Limitando il confronto ai soli vini imbottigliati (0,75 litri), la variazione risulta positiva per il 12% in valore e per il 9,5% in volume nel caso dei ristoranti, per il 3,6% (sempre in valore) per i bar/wine bar e per il 6,9% nel caso delle enoteche. Per quanto riguarda invece le diverse tipologie di vino, l’incremento maggiore riguarda i rossi fermi cresciuti in valore del +5,5%, mentre dal punto di vista dei volumi sono gli spumanti a mettere a segno la crescita più alta (+1,7%).

G.V.