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L'iniziativa

A Milano c’è il Wine-sharing: condividere insieme ad altri una bottiglia di un grande vino

25 Febbraio 2016
Marisa_Fumagalli_e_Armando_Rotoletti Marisa_Fumagalli_e_Armando_Rotoletti

Sei appuntamenti con altrettante etichette selezionatissime: l'iniziativa del Bicerin, enoteca aperta nel capoluogo lombardo la scorsa estate


(Marisa Fumagalli e Armando Rotoletti)

di Michele Pizzillo

Domanda: “invogliate gli appassionati a degustare grandi vini, e la carta dov’è?”. Semplice ed efficace, al tempo stesso, la risposta di Silvia Moni: gli scaffali, basta guardarsi intorno.

E gli scaffali del Bicerin, enoteca aperta l’estate scorsa nella strada forse più multietnica di Milano, via Panfilo Castaldi, sono veramente una sequela di “pagine” di una carta dei vini a cui mancano le pagine e la voce. Ci pensa Silvia a mettere la voce però, accompagnata da Fabiana Tincari, la brava sommelier che racconta, versa il vino, spiega il piatto abbinato. Una conferma che al Bicerin la professionalità è importante anche perché il locale è stato aperto da Silvia, con un passato di organizzatrice di eventi, e da due suoi amici, Alberto Guiada che si interessa di web design e Lorenzo Viola, architetto che ha ideato questo bel locale in stile classico, mura tinteggiate di colori riposanti, poltroncine e divanetti ricercati con al centro tavolini di tutte le misure.
Cosa hanno inventato questi giovani legati dalla comune passione per il vino? Il wine sharing – in una città dove è decollato prima il bike sharing e dopo il car sharing -; cioè, un appuntamento settimanale – la scelta è caduta sul lunedì – riservato a 6 (o, comunque, multipli di sei) amanti del vino “che si siedono allo stesso tavolo per condividere una  grande bottiglia – spiega Silvia -. Il calice viene accompagnato da un piattino creato apposta per l’abbinamento.


(Silvia Moni e alle sue spalle gli scaffali pieni di bottiglie)

L’appuntamento è introdotto dalla nostra sommelier, che resta a disposizione per scambiare pareri su questa originale esperienza”. Così come hanno fatto i primi invitati, una sorta di cavie (ne citiamo alcuni fra i più noti come la giornalista del Corriere della Sera Marisa Fumagalli, Andrea Radic di Affaritaliani, il fotografo Armando Rotoletti, autore di due libri sul vino: “Vino e gente dell’Etna” e “Gente di Barbaresco”) che insieme ad altri tre appassionati hanno degustato una straordinaria riserva di Barolo, il Bricco Boschis 2004 dell’azienda Cavallotto ufficialmente nata nel 1948 ma con una storia che risale al XVIII secolo quando apparteneva alla contessa Juliette Colbert e di cui Giuseppe Boschis, capostipite degli attuali proprietari, curava i lavori della vigne per poi ereditare gran parte di esse dalla stessa contessa.
Le uve di questa riserva vengono dalle 18.889 viti allevate a sistema Gujot classico nella vigna San Giuseppe di 3,77 ettari. La vinificazione avviene con lieviti naturali, macerazione a cappello semisommerso di 22-38 giorni, invecchiamento da 4 a 5 anni in botti di rovere di Slavonia e affinamento di un anno in bottiglia. E, quindi, un cru di grande struttura, elegante, complesso e con profumi speziati piacevoli e intensi.

E, così, il primo appuntamento è andato. Ne restano ancora sei nel calendario di Bicerin, sempre il lunedì, ovviamente, con protagonista un grande vino estrapolato dagli scaffali-carta, che ospitano oltre 800 etichette di vini quasi tutti prodotti da piccole cantine e, ci dicono, personalmente scelti da Silvia.
La proposta di lunedì 29 ci porta nelle Marche, a Cupramontana, dove l’azienda agricola Oasi degli Angeli produce il Montepulciano Kurni, ritenuto uno dei migliori vini italiani per punteggio complessivo mettendo insieme i giudizi delle guide enologiche più diffuse. Della vendemmia 2013, quella scelta per il secondo appuntamento del wine sharing, ne sono state prodotte 6.000 bottiglie.
Al terzo appuntamento, lunedì 14 marzo, torna un altro vino della vendemmia 2004: arriva dalla Francia, Chateau de Pommard. Si tratta di un grande pinot nero della Borgogna che pure in una annata molto controversa e difficile come il 2004, per assicurarsi questo splendido vino, la famiglia Geraud ha addirittura selezionato gli acini uno per uno per trasformare solo quelli giunti a perfetta maturazione.
Il 21 marzo, invece, è il turno del gusto intensissimo che può assicurare un eccellente Amarone, come la riserva 2004 di Trabucchi che sceglie di fare appassire le migliori uve Corvina e Corvinone per diversi mesi per produrre il suo splendido Amarone caratterizzato da un colore cupo e dai riflessi quasi violacei.


(Il Barolo Cavallotto protagonista del primo appuntamento)

Nel mese di aprile gli appuntamenti cominciano il 3, con uno dei primi Syrah prodotti a Bolgheri ma che si esprime in modo molto differente dai classici francesi com’è il caso di Le Macchiole Scrio 2011: 5.000 bottiglie frutto di una rigorosa selezione dei grappoli e per questo chiamato Scrio che in toscano significa puro, schietto, integro.
Gli ultimi due appuntamenti, l’11 e il 18, sono riservati alla Francia. Ad un bianco da chardonnay, Henri Boillot Corton Charlemagne grand cru 2008, che rappresenta l’elite della Borgogna e che alla degustazione evidenzia tutte le caratteristiche del vitigno di origine. Per concludere la prima esperienza di wine sarin con lo Champagne Bruno Paillard Npu (nec plus ultra) 1999 che è un vero fuoriserie dei vini che arrivano d’oltr’Alpe.
Oltre al wine sharing, al Bicerin non mancano gli appuntamenti domenicali a tema. E, quindi, cioccolato e vino: abbinamento non facile. Oppure dolce chiama dolce, con quattro diverse interpretazioni di dessert con altrettanto passiti. Interessante anche “il quarto colore del vino: i vini orange” cioè, quelli macerati e il loro inconfondibile colore arancione; e “sensi a confronto: 5 quadri per 5 vini”, senza trascurare il viaggio nelle bollicine di tutto il mondo e il tema “vino e sensualità”.