di Giorgio Vaiana
Mezz'ora tutta d’un fiato. Dove letteralmente i presenti pendevano dalle sue labbra. Oscar Farinetti non ha tradito le aspettative ed ha regalato ai partecipanti della nona edizione del Best in Sicily presso lo spazio Norma dell’aeroporto di Catania una vera e propria lezione non solo sull’importanza della narrazione, ma utile a farci svegliare da questo torpore in cui siamo caduti.
Perché, se come dice Farinetti, “entro dieci anni la Sicilia diventerà la regione più potente d’Europa”, è chiaro che da qualche parte bisogna cominciare. E quindi “narrate le vostre meraviglie, ogni giorno e senza sosta”, dice il patron di Eataly. Farinetti parte da alcune considerazioni: “L’Italia occupa solo lo 0,2 per cento dello spazio complessivo del mondo – spiega – eppure possiede qualcosa come il 70 per cento del Patrimonio artistico del mondo, 50 siti Unesco ed è una miniera di biodiversità. Se pensiamo che su 1.200 tipi di mele presenti del mondo, mille si trovano da noi, abbiamo più o meno l’idea complessiva di quello che è davvero la nostra Italia”.
Eppure qualcosa non funziona: “Trovo assurde tante cose – dice – come il fatto che con i cartelli che avvisano della presenza dell’autovelox potremmo coprirci il mondo, e non esiste, solo per fare un esempio, un solo cartello che indichi la presenza del castello di Moncalieri, un vero spettacolo”.
Il contrasto tra le potenzialità ed i risultati che abbiamo, dunque, per Farinetti, deve diventare la spinta che ci faccia andare fuori a raccontare chi siamo veramente. “Siamo i migliori del mondo a narrare i divieti – dice – ma non le nostre eccellenze e non mi riferisco solo al settore dell’agroalimentare”.
Per Farinetti le difficoltà ad esprimere il nostro territorio, probabilmente, “sono dovute al fatto che abbiamo un po’ le pance piene – dice -. In America la cosa più antica che hanno è Fort Alamo. Noi passiamo accanto ad un teatro Greco senza farci caso”.
Ecco perché “conviene guardare il lato bello delle cose – dice Farinetti -. È da pirla non farlo. Toglierei la gola tra i peccati capitali ed inserirei il pessimismo”.
Poi, lui, piemontese Doc, parla della Sicilia. “Avete un territorio meraviglioso. Stamattina qui c’era un cileo che forse noi lo vediamo 18 volte l’anno in Piemonte. Andate e fatelo sapere, perché nel giro di dieci anni, ma questa è un’assoluta certezza, la Sicilia diventerà la regione più potente d’Europa”.
E poi ha proseguito: “Vi regalo un metodo che potete copiare – dice -. Io ho sempre copiato dagli altri. Non c’è vergogna a farlo, perché implica pensare che ci sono persone con più talento di noi e questo ci fa creare dei dubbi, ma ci permette di realizzare più in fretta i progetti”.
E su una lavagna ha disegnato una pesca: “Questo è il metodo per far funzionare un progetto. Eataly è nato così – spiega -. Nel nocciolo inserite gli obiettivi, che devono essere, diciamo, poetici, non “voglio che si facciano soldi”; Nella polpa mettete le esperienze che volete che viva il vostro pubblico; nella pelle scrivete come deve essere il prodotto. Ecco, applicatelo al vostro turismo, alle vostre cose e avrete successo”. Poi una battuta: “Andate a copiare dai romagnoli il loro saper fare turismo estivo. Questi vendono anche l’ombra… E non hanno un mare molto bello. Immaginate voi, con il vostro mare e le organizzazioni di Rimini. Fareste il sold out a vita”.
Farinetti conclude: “Non mi piace dire che le regioni italiane debbano organizzare progetti in maniera isolata e non sinergica – spiega -, ma per la Sicilia va fatta un’eccezione. E se qui ancora qualche scemo vi classifica per l’elemento negativo (Padrino, mafia, ndr), beh da quest’ultimo si possono ottenere risultati migliori. Basta volerli”.
In questo link, l'intervista realizzata da Roberto Chifari