(Donatella Cinelli Colombini, presidente dell'Associazione Donne del Vino)
Non si arrestano le polemiche sull’emendamento presentato dall’onorevole del Pd Colomba Mongiello che, se votato, imporrebbe la presenza di almeno il 20 per cento di donne all’interno di Cda dei consorzi.
Ieri il duro botta e risposta proprio tra la Mongiello e Giuseppe Liberatore, presidente dell’associazione italiana consorzi indicazioni geografiche (leggi qui).
Oggi arriva il pensiero dell’Associazione Donne del Vino di cui è presidente Donatella Cinelli Colombini. “Ho appreso della presentazione dell’emendamento sulla “Parità di genere” nei consorzi di tutela e esprimo soddisfazione nel veder riconosciuto il contributo di competenze e capacità delle donne nel settore agroalimentare e particolarmente nel vino – dice la Colombini -. Tuttavia l’associazione unisce la sua voce a quella di Aicig e Federdoc auspicando una concertazione finalizzata alla modifica del provvedimento che lo renda più facilmente applicabile e aderente alle finalità dei consorzi stessi. Una maggior presenza femminile può dare un decisivo apporto in tutto il comparto produttivo e in particolare nel segmento dove la produzione italiana è più debole e le donne hanno invece dimostrato di essere molto forti cioè nella comunicazione e nel marketing. Al fine di accrescere il numero di candidate donne ai consigli di amministrazione l’Associazione Donne del vino è pronta a organizzare corsi di formazione che diano competenze e soprattutto motivazioni alle future consigliere”.
Secondo i dati Unioncamere 2015 le donne dirigono 835.367 imprese agroalimentari cioè il 28,1% del totale italiano. Le aziende agricole a conduzione femminile sono il 33% del totale.
C.d.G.