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Scenari

Lo “scippo” dell’Europa all’Italia: un danno da 3 miliardi per le denominazioni dei vini

28 Gennaio 2016
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Valgono almeno 3 miliardi i vini Made in Italy identificati da denominazioni che rischiano ora di essere di essere scippate all'Italia se la Commissione europea consentirà anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Lambrusco, Greco, Nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, Negroamaro Falanghina, Vermentino o Vernaccia, solo per fare alcuni esempi.

È l'allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento all'avvio del processo di revisione delle norme che disciplinano l'etichettatura dei vini da parte delle competenti Istituzioni dell'Unione europea.

Nella fase di preparazione della proposta di modifica del regolamento, la Direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea ha ipotizzato infatti – sottolinea la Coldiretti – di liberalizzare l'uso nell'etichettatura di tutti i vini, compresi quelli senza indicazione geografica, di quei nomi di varietà che oggi sono riservati in virtù delle norme comunitarie vigenti.

Il risultato – denuncia la Coldiretti – “sarebbe una pericolosa banalizzazione di alcune tra le più note denominazioni nazionali. Una concorrenza sleale che fa gola a competitor tradizionali come la Spagna ma anche a Paesi emergenti nel panorama viticolo comunitario che vorrebbe equiparare l'uso di vitigni internazionali come Chardonnay e Merlot con gli autoctoni che caratterizzano il Vigneto Italia che può contare su ben 500 varietà di uve da vino”.

“Il futuro dell'agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione” – ha affermato Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti e vicepresidente degli agricoltori europei del Copa.

C.d.G.