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L'evento

Alla scoperta dei piccoli produttori “che meritano di essere conosciuti”: c’è “Io bevo così”

20 Gennaio 2016
Michela_Rosco_Simone_e_Sergio_Vinais Michela_Rosco_Simone_e_Sergio_Vinais


(Michela Rosco, Simone e Sergio Vinais)

di Michele Pizzillo

Manifestazioni come “Io Bevo Così”, presentata a Milano per anticipare l’appuntamento in programma il prossimo mese di maggio (22 e 23) a Olgiate Molgora in provincia di Lecce, per l’annuale appuntamento con quasi tutti i produttori di vini indicati come etici, forse invogliano di più a conoscere la storia di uomini che curano amorovolmente le proprie vigne.

E, incontrare anche personaggi particolari, forse pure strani per le scelte che hanno fatto sia nel coltivare la vigna, sia nella trasformazione delle uve. È il caso di Fortunato Bressanelli che in Valcamonica coltiva mezzo ettaro di vigna ereditata dal padre e che gli permette di produrre solo 1.200 bottiglie di vino. Aggiunge: “Producevo per autoconsumo. Poi ho visto arrivare richieste un po’ dappertutto e ho deciso di imbottigliare” oltretutto un ottimo vino a base di cabernet sauvignon, merlot e barbera. Oppure andando verso ovest, nelle Langhe, dove quello che è stato eletto nel 2014 miglior enologo d’Italia, Gianluca Colombo, con grande passione e una giusta dose di incoscienza, ha creato l’azienda agricola Segni di Langa per produrre Pinot nero e Barbera superiore. Un volo verso sud, ad Alcamo in provincia di Trapani per incontrare Aldo Viola che in contrada Guarini produce vini naturali per uscire dal “recinto” dell’omologazione che ormai caratterizza il mondo del vino. Gran parte delle sue 20 mila bottiglie Viola li vende in Franca. Mentre Oreste Tombolini, a Grottaglie, in Puglia, affina il suo primitivo Brandisio ottenuto da uve di vigneti di quarant’anni, in una cantina dove le barrique sono cullate dalle note di canti gregoriani e di musica lirica. E, che dire del mondo di Sergio, Marisa, Fabio, Ivo, Francesca, Elena, Sofia, Marisol e TeresaMarchisio, una famiglia che attraverso l’amore per il vino della zona del Roero-Arneis, tiene viva la tradizione della propria terra. O l’elegante Franciacorta della Ca’ del Vent, che affascina per il perlage e i sentori di crosta di pane e frutti bianchi. 


(Aldo Viola)

Sono solo alcuni esempi di “piccoli produttori che secondo noi meritano di essere conosciuti di più”, dice Andrea Pesce, enotecaro a Cantù, che insieme ad un distributore di vini etici, Andrea Sala e al ristoratore  Lucio Dell’Orco, hanno deciso di dedicare una manifestazione riservata solo alle piccole realtà che nel segno dell’eccellenza si dedicano alla produzione di vini naturali, autentici ed etici, lontano dalle mode del momento e dall’omologazione del gusto che in questi anni si è fatta sempre più strada.
“Avvicinare appassionati, addetti al settore e neofiti a un bere più sano, genuino e consapevole – spiega Pesce -. Con questo spirito nasce “Io bevo così’’. Una fiera che intende dare lustro ai produttori che vi partecipano, ma al tempo stesso valorizzare il territorio protagonista di questo evento”.


(Cristiano Gramegna)

Evento che il 22 e 23 maggio, con la terza edizione di “Io Bevo Così”, metterà a disposizione dioperatori delsettore, appassionati e neofiti, più di 400 vini naturali, biologici e biodinamici provenienti da tutta Italia e da alcune regioni della Francia, relazionandosi direttamente con i produttori. Scopo di “Io bevo così”, insomma, è quello di fare spiegare ai produttori le motivazioni che li hanno spinti ad intraprendere questa scelta produttiva volta all'esaltazione dell'unicità del vino e del territorio attraverso pratiche naturali e assolutamente rispettose della vigna, dell'uva e del terroir.


(Fortunato Bressanelli)

Un saggio, ma in edizione più contenuta, di quello che accadrà a maggio nella sontuosa Villa Sommi Picenardi di Olgiate Molgora, si è avuto in occasione dell’anteprima milanese. Qui, infatti, l’esclusiva degustazione di vini naturali e di territorio riservata a ristoratori, enotecari e sommelier, è stata animata dallo show cooking di quattro chef. Fabrizio Tesse che dopo nove anni al fianco di Antonino Cannavacciuolo, è passato alla storica Locanda di Orta di Orta San Giulio, conquistando subito la 1 stella Michelin. Tesse ha preparato il Baccalà Giraldo cotto in olio extra vergine Gradassi con rape glassate.Altro chef stellato, dal 2003, è Sergio Vineis del ristorante Il Patio di Pollone dove è affiancato in cuicna dal figlio Simone e in sala da Michela Rosco, raffinata esperta di vini, che ha proposto Riso Goio Dop della Baraggia in cagnone con porri di Cervere, toma della Valle Elvo, mele e polvere di porri bruciati. Mentre Cristiano Gramegna dell'Osteria Rosso di Sera di Castelletto Ticino, dove riserva grandi emozioni ai suoi clienti, ha preparato laTartare di manzo, uovo di quaglia, topinambour, maionese alle acciughe Nardin. E, infine, Luca Dell’Orto del ristorante hotel San Gerolamo di Somasca, ha deliziato i palati con Riso Goio Dop della Baraggia con lumache di vigna, spugnole, crescione di ruscello. Ma, anche, wan di baccalà Giraldo, con vellutata di dashi dello chef Jun Giovannini del ristorante Gong di Milano.