(Alcuni bicchieri per lo champagne: Jamesse Grand Champagne glass; Riedel Veritas Champagne Wine glass; Zalto Dank’Art Universal glass – ph Decanter)
Da tanto tempo, ormai, si discute del bicchiere perfetto per lo champagne. Nell’immaginario collettivo, il flute è quello più adatto. Ma dalla Francia, i produttori “attaccano” proprio il bicchiere stretto e lungo. “Ma quale flute? – dicono – Il bicchiere perfetto è quello per il vino bianco, perfetto per apprezzare aroma e gusto dello champagne”.
Insomma, il dibattito è aperto e Anne Krebiehl, master of wine, tra le colonne di Decanter, racconta il punto di vista di alcuni produttori. Maximilian Riedel, Ceo di Riedel, che produce cristallo, non ha dubbi: “I flute sono obsoleti”.
Gli fa eco Jean-Baptiste Lécaillon, enologo di Louis Roederer: “Il nostro champagne ha bisogno di aerazione per dimostrare appieno il suo potenziale – dice -. Ecco perché utilizziamo dei bicchieri speciali a tulipano che ci siamo fatti realizzare 25 anni fa”.
Hugh Davies, Ceo e enologo a Schramsberg Vineyards, uno dei più importanti produttori di vino spumante della California, è d'accordo: “Nel fare i nostri vini spumanti prevediamo un prodotto finito che offra un aroma straordinario – dice -. Nel flute si avrà sicuramente una bella esposizione di effervescenza, ma questo bicchiere può inibire la nostra capacità di esplorare la profondità di aroma e il sapore di quel vino”.
I flute, però, non sono proprio da buttare. Alcuni di questi bicchieri hanno un punto di nucleazione discreto inciso nella loro base interna per creare un costante flusso verticale di bollicine. Conservano l’effervescenza che viene dissipata in altri bicchieri.
Philippe Jamesse, capo sommelier presso Les Crayères a Reims, è schietto: “Ho sempre odiato il flute. A casa ho sempre assaggiato champagne in bicchieri di vino. Ho iniziato presso il ristorante Champenois nel 2000 a servire champagne in flute, tra tanto imbarazzo però, perché sapevo che potevamo fare meglio. Perché è assurdo, quando devi accompagnare piatti di uno chef stellato, non servire champagne al massimo delle sue potenzialità. Poi ho studiato, cercato e trovato il bicchiere che volevo”. Il suo bicchiere, prodotto da Lehmann, è allungato, arrotondato al centro e si assottiglia verso l’alto. Nel punto più largo, misura 88 millimetri. La maggior superficie permette a più bolle di scoppiare simultaneamente mentre i loro aromi vengono catturati all'interno della parte superiore affusolata. “Abbiamo introdotto il bicchiere nel ristorante nel 2008 – racconta Jamesse -. Inizialmente i commensali erano un po' scioccati, ma una volta che hanno assaggiato, si sono resi conto della differenza”.
Su una cosa sono tutti d’accordo i vigneron de champagne: ogni loro “creazione” ha bisogno di un bicchiere specifico. Sembra impossibile, però, avere decine e decine di bicchieri diversi. Meglio il bicchiere del vino bianco, anche se i flute non sono fuori produzione, come rivela Steve McGraw, amministratore delegato di Riedel: “Produciamo ancora flute perché c’è una domanda che dobbiamo soddisfare, soprattutto da alberghi e ristoranti – dice -. Tuttavia suggeriamo di utilizzare sempre il bicchiere per il vino bianco”.
Anche in Italia i big dei produttori sono d’accordo, come Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari di Trento: “Non credo che i flute siano in grado di fornire il profumo e la complessità di un Doc spumante Trento. Preferisco bicchieri grandi, a tulipano, soprattutto per i vini d'annata o di riserva accompagnati con il cibo. I flute vanno bene per le feste, ma assaggiare, per esempio, un Ferrari Perlé in un grande bicchiere a tulipano, cambia immediatamente l'esperienza”.
C.d.G.
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