di Gianni Cantele*
La situazione che stiamo vivendo in questi ultimi giorni è la rappresentazione di un groviglio istituzionale che non facilita la ricerca del bandolo di una matassa, già di suo molto complessa.
Nel frattempo, la Xylella fastidiosa continua ad avanzare oltre la provincia di Lecce, con focolai ormai giunti negli oliveti alle porte di Brindisi.
Il contesto richiede misure di estrema urgenza ed è auspicabile che la portata epocale del problema possa finalmente stimolare l’impegno comune di tutte le forze politiche, oggi troppo spesso distratte da sterili polemiche.
Non possiamo dimenticare che, al netto dei gravi danni ambientali, paesaggistici e socioeconomici per l’intero territorio salentino, i primi danneggiati da questa malattia sono gli imprenditori olivicoli, le cooperative di trasformazione e i vivaisti che stanno subendo gli effetti diretti del disseccamento delle proprie piante o indiretti causati dal calo progressivo delle produzioni o dal blocco della movimentazione di quelle vivaistiche.
Il calo produttivo del comparto olivicolo – oleario in provincia di Lecce, a causa della Xylella fastidiosa, in un anno è passato dal 3% all’8% , mentre i vivai della provincia di Lecce sono bloccati da quasi due anni.
Fino ad oggi il mondo agricolo ha cercato in solitudine di contenere la malattia, attraverso le buone pratiche agronomiche e la lotta al vettore, messa in atto per lo più con interventi sostenibili ammessi anche per il biologico.
È ora che le istituzioni – comprese quelle scientifiche – si facciano promotrici di azioni utili, concrete e condivise. Il mondo agricolo pugliese è oggi diviso geograficamente fra un’area già profondamente sfregiata dagli effetti di una fitopatia, nota in diverse aree del mondo per la sua implacabilità, e un territorio più a nord dove gli agricoltori continuano la loro attività sperando di non dover fronteggiare questa lotta impari con un batterio per il quale non esiste una cura.
In entrambi i casi, le imprese sono in attesa indicazioni su cosa fare da oggi in poi. Una associazione come Coldiretti deve mettere in campo responsabilmente la capacità di fare proposte, ma solo la politica può e deve tradurle in azioni, tanto più quando anche l’Inione europea chiede atteggiamenti coerenti con la gravità del problema.
Coldiretti Puglia ha chiesto al governatore Emiliano un incontro urgente perché quanto è accaduto in questa settimana, circa la contestata validità delle tesi che hanno portato ai provvedimenti finora adottati per arginare la diffusione del patogeno e i dubbi espressi sull’operato stesso di istituzioni e ricercatori, richiede un chiarimento, sia sul piano istituzionale che scientifico, che possa portare a posizioni inequivocabili.
Alla luce di quanto avviene in altre zone del pianeta, la presenza della Xylella fastidiosa sul territorio pugliese sarà per lungo tempo oggetto dei nostri pensieri e condizionerà inevitabilmente il futuro della nostra regione, l’ambiente e la capacità di fare reddito da parte delle imprese, non solo olivicole.
La possibilità di convivere con questa indicibile iattura è direttamente correlata alla volontà di mettere al bando isteria, ideologia e ignoranza e di comprendere che la coerenza del comportamento di ciascuno sarà determinante nella lotta al patogeno. Non basterà abbracciare un olivo monumentale per rivendicarne la “proprietà” storico-culturale, ma bisognerà mettere in pratica atteggiamenti consapevoli, perfino nel giardino di casa. E battersi affinché venga riconosciuto il giusto valore al lavoro di chi quelle piante le coltiva ogni giorno.
C.d.G.
*presidente Coldiretti Puglia