(Federico Lombardo, conte di Monte Jato)
Un “boss” in incognito anche alla cantina Firriato di Paceco, in provincia di Trapani. Protagonista Federico Lombardo, conte di Monte Jato e genero di Salvatore di Gaetano (ha sposato la figlia Irene, ndr) che, truccato in modo tale da apparire irriconoscibile, ha preso parte alla trasmissione “Un boss in incognito”, che andrà in onda lunedì 28 su RaiDue.
La trasmissione è la versione italiana di “Undercover boss”, format americano che ha avuto un grandissimo successo nella terra a stelle e strisce. In pratica, il patron di un’azienda, si traveste e viene mandato a lavorare tra i propri dipendenti, facendo ovviamente la gavetta. Per Lombardo è stata un’esperienza bella, intensa e che gli ha donato anche delle intense riflessioni: “Siamo stati intanto l’unica cantina italiana a prendere parte al format – spiega -. Le riprese si sono svolte a fine settembre e sono stati giorni molto stancanti per i ritmi elevatissimi che dovevano far conciliare il lavoro in cantina e nei vigneti e le esigenze televisive, quindi il trucco e gli abiti, per esempio”.
Agli operai viene rivelato solo parte del programma: nessuno sa che sotto quel trucco ci sia il loro capo. Ma viene spiegato che si tratta di un reality in cui partecipano tante persone: il premio è un contratto. E i voti li assegnano proprio i dipendenti dell’azienda stessa. “Non sono stati per niente clementi – dice sorridendo Federico – ma hanno dimostrato tanto affetto e attaccamento alla nostra azienda. E questo mi ha fatto davvero piacere”. Federico ha vendemmiato, zappato, sparso il letame, pulito le vasche di fermentazione, dispietrato il terreno. “Mi hanno detto che non so zappare e dispietrare – racconta Federico – ma ho davvero compreso quanto è difficile lavorare in una cantina. Per fare certi lavori bisogna essere geneticamente modificati”. Giorni di riprese, con levatacce all’alba per il trucco, poi i lavori tra le vigne e la sorpresa finale agli operai quando Federico si è svelato: “Lo vedremo in tv – dice Federico – e scopriremo anche le storie dei nostri operai che, in una sorta di confessionale si sono aperti e raccontati”.
G.V.