È all’insegna della consapevolezza che si chiude il 2015, anno che, come pochi altri nella storia, ha saputo dare alla Barbera d’Asti ed al suo consorzio grandi soddisfazioni. Nessun migliore inizio si poteva dunque augurare a quel nuovo corso da più parti evocato e che nel prendere forma tramite l’attività di un Cda che ha fatto della crescita la propria mission principale, è stato simbolicamente espresso in un nuovo logo.
“Quando parliamo di crescita ci riferiamo ad un’idea quanto più ampia possibile – afferma il presidente del consorzio, Filippo Mobrici -. Se verso la filiera il nostro sforzo è infatti di aprire le porte del consorzio a tutte le aziende, verso l’esterno vogliamo rivitalizzare un brand che negli ultimi anni non è riuscito a trasmettere appieno se stesso. Perché la pianta della crescita sia però robusta è indispensabile trovarle un terreno fertile, che a nostro avviso è rappresentato dalla qualità del prodotto. Queste sono le ragioni che ci hanno spinto a modificare il logo, oggi rappresentato da un’impronta digitale, testimone perpetuo del nostro impegno e identità territoriale”.
Sono gli stessi numeri di fine anno a testimoniare quanto di buono sia stato fatto, a partire dal dato relativo alle aziende associate. Oltre 30 sono state infatti le domande di iscrizione accolte, che hanno portato il consorzio a superare quota 200 soci. Accanto ad alcune aziende d’importanza internazionale hanno fatto il loro ingresso molte aziende familiari, vera spina dorsale del Monferrato. “La soddisfazione principale è senza dubbio quella di essere stati compresi da chi, come noi, ogni giorno si impegna a rendere la Barbera d’Asti migliore. Vedere così tante aziende varcare la porta del Consorzio non può non spingerci a continuare in modo ancor più convinto nel nostro percorso”, dice Mobrici.
L’importanza della crescita numerica risiede anche nel consolidamento della rappresentatività del consorzio, requisito indispensabile perché allo stesso siano confermati i cosiddetti poteri erga omnes, con le conseguenze che in termini di promozione e tutela ne derivano: “Il nostro è un consorzio complesso – spiega Mobrici -, rappresentativo di ben 10 denominazioni di origine che in questa struttura possono trovare un punto di mediazione. In tal senso le funzioni erga omnes sono per noi un’opportunità oltre che una responsabilizzazione, in quanto ci pongono nelle condizioni di poter pensare al bene dell’intera filiera, e non solo dei nostri associati”.
L’anno che va concludendosi è stato importante anche per il rilancio della promozione, che partendo dal blog mynameisbarbera.com è continuata, elevando la Barbera d’Asti ed il Monferrato a stelle del panorama enologico nazionale. Partendo dalla partecipazione al Vinitaly ed al Prowein, il vino astigiano ha dato bella mostra di sé durante Expo, per poi comparire tanto a Bruxelles quanto in casa propria, come indiscusso protagonista della Douja d’or. Il tutto senza scordare i confortanti risultati ottenuti nelle guide di settore, che pongono la Barbera d’Asti tra le principali denominazioni italiane in fatto di qualità. Ultimo ma non per importanza l’apparizione del vino sulle pagine della più importante rivista di settore mondiale: Wine Spectator.
“Non avrei mai pensato che ci fossero tutti questi eventi – scherza il presidente Mobrici – È stato veramente un anno impegnativo, durante il quale abbiamo voluto gettare il seme, anzi la barbatella, di Barbera d’Asti in giro per il mondo, consapevoli del ruolo centrale che la promozione riveste. Senza rinnegare l’importanza di fiere e manifestazioni, il nostro consorzio si è aperto a nuove forme di comunicazione. Grazie all’apertura degli account social posso finalmente dire che oggi la Barbera d’Asti è veramente 2.0. Vorrei ricordare infine l’impegno che abbiamo sentito di prenderci nei confronti di chi è meno fortunato di noi e che ci ha spinto a sostenere in modo deciso l’Aisla e la sua lotta contro la Sla, nell’auspicio che questa malattia venga presto sconfitta”.
A coronamento di tutto questo una vendemmia come poche se ne ricordano nella storia; è opinione comune che il 2015 è una delle più grandi annate mai avutesi nel Monferrato, tanto per il suo vitigno principe quanto per tutti quelli che costituiscono la base ampelografia delle altre Denominazioni tutelate. “Non vedo l’ora di assaggiare quella che a mio avviso è la migliore Barbera d’Asti di sempre – dice Mobrici rimettendosi i panni del tecnico -. Già m’immagino un frutto rosso vivace e croccante sorretto da un nerbo acido capace di dare lunga vita al vino. Il tutto avvolto in quel rosso brillante che è un tratto identificativo della Barbera d’Asti. A proposito di grandi degustazioni non posso non ricordare come sia ormai prossima l’uscita del Nizza Docg. Sono convinto che questo sia un’ulteriore e decisivo tassello nel percorso di crescita di un territorio capace di declinare la qualità in tante forme, sempre però nell’ampio abbraccio che “mamma Barbera” riserva a tutte loro”.
Alcuni numeri del 2015:
CONSORZIO
Denominazioni di origine tutelate – 10 (2 Docg: Barbera d’Asti e Ruchè di Castagnole Monferrato; 8 Doc: Albugnano, Barbera del Monferrato, Cortese dell’alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte)
Soci: 208 (+33 durante il 2015)
BARBERA D’ASTI
- Ettari rivendicati (2014): 3.915
- Ettari certificati (al 31-09-15): 126.382
- Ettari imbottigliati: (al 31-09-15): 115.708 pari a 15.427.733 bottiglie da 0,75 lt.
C.d.G.